Borghi e città della Valle del Crati. In bella posizione sul crinale di una collina del versante occidentale della Valle del Crati, Rende, l’antica Aryntha ,ospita, ad Arcavacata, l’Università degli studi della Calabria. Sede di musei, biblioteche e pinacoteche.
Borghi e città della Valle del Crati: luoghi da visitare
Nel borgo antico è da visitare il castello feudale, fondato nel 1095 e trasformato in palazzo feudale nei secoli XII-XIII. Rifatto nella seconda metà del Cinquecento, è per molti anni adibito a Palazzo municipale e oggi a sede del Museo Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona. Da visitare inoltre le chiese: Matrice di Santa Maria Maggiore, di fondazione medievale; del Ritiro (settecentesca); di San Francesco d’Assisi o di Santa Maria delle Grazie, un edificio ex conventuale dei pp. Minori francescani osservanti, eretto in periodo rinascimentale (XVI secolo) e rifatto in periodo barocco (XVIII secolo). Di Santa Maria di Costantinopoli, di fondazione medievale, rifatta in periodo barocco; del Rosario (settecentesca); e i diversi piccoli palazzi alcuni ornati da pregevoli affreschi di Achille Capizzano.
Borghi e città della Valle del Crati. Monsignor Antonio Lanza
Nell’elenco del genius loci della Calabria è iscritto monsignor Antonio Lanza (1905-1950). Nativo di Castiglione Cosentino, il piccolo borgo delle pendici della Presila cosentina, panoramico anch’esso sulla Valle del Crati. Antonio Lanza da arcivescovo di Reggio Calabria è stato l’estensore della «Lettera collettiva dell’Episcopato meridionale». Ha creato i presupposti per l’intervento dello Stato repubblicano nel Mezzogiorno d’Italia consentendo così il passaggio delle popolazioni del Sud: da una condizione di secolare arretratezza, a una più dignitosa qualità della vita.
Montalto Uffugo e Rose
Poco chilometri più a Nord, a Montalto Uffugo, l’antica Aufugum, il municipio romano menzionato da Livio come centro indigeno prelatino. La medievale, maestosa chiesa matrice della Madonna della Serra o dell’Assunta, è lo scenario naturale dei Pagliacci di Leoncavallo. Rose è caratterizzata da un ampio territorio che si estende dalla Valle del Crati fino in Sila, a 1.395 metri sopra il livello del mare. Oltre alla produzione di funghi, sono diversi gli insediamenti produttivi di castagne, fichi, olio e vino.
Borghi e città della Valle del Crati: Luzzi
Nel territorio dell’altro importante centro agricolo di Luzzi, le antiche vestigia d’insediamenti etnici preistorici, restano a testimonianza sin dai tempi più remoti, che la Valle del Crati è costellata di piccoli insediamenti in caverne e capanne. Così come le reliquie archeologiche greche e romane, ascrivibili probabilmente all’antica Thebae Lucanae ,con i resti di templi, necropoli, muragli. Nonchè di villae rusticae, fattorie, tracciati stradali, acquedotti e pavimenti musivi. Laminette auree e lapidi iscritte, ritrovate nell’agro luzzese, sono la dimostrazione del fiorire di una civiltà complessa dalle eccelse espressioni artistiche.
La Badia della Sambucina
E’ la celeberrima abbazia-madre cistercense, di origine benedettina, nella quale, nel secolo XII prende l’abito monacale l’abate Gioacchino da Fiore. Eretta dai Normanni, nel 1141, con il titolo di Santa Maria Requisita, sul sostrato del diruto monastero benedettino di Nucis, passa verso il 1160 ai cistercensi, con il monaco Luca dell’abbazia di Casamari. Nell’edificio religioso si accede da un grandioso portale ogivale, sormontato dall’iscrizione D.C.C.PE., 1625 e da una finestra guelfa.
Bisignano, l’antica Besidiae
Seguendo il corso del Fiume Crati, sempre sulle pendici silane, troviamo Bisignano, l’antica Besidiae menzionata da Livio. La Badiza di Polibio, detta poi Besidianum, Bisinianum e Visinianum, la città bruzia che diventa colonia romana con il console Gneo Servilio nel 203. Bisignano è conosciuta nel mondo, per la produzione degli strumenti musicali a corda della famiglia De Bonis. Ma anche, per le pregevoli ceramiche artistiche del maestro Mario Scuro. Da visitare: la Cattedrale barocca, eretta dai Longobardi nel 774 con l’annesso Episcopio e il Palazzo dell’ex seminario, istituito nel 1527 e ampliato nel 1623. Poi, la Chiesa e convento della Riforma, una fondazione del XIII secolo rimaneggiata in seguito, con il suo bel Crocefisso ligneo secentesco, sull’altare maggiore. Esso è scolpito a tutto tondo e a tutta figura, dipinto al naturale. Superba opera d’arte monastica, soffusa di tragico realismo, attribuita a frate Umile da Petralia.
Fra’ Umile da Bisignano
È di Bisignano Lucantonio Pirozzo, un umile calabrese che ama la natura e vede nelle piccole cose la presenza di Dio. Conosciuto come fra´ Umile da Bisignano, nasce nella cittadina cratense il 26 agosto del 1682, da una famiglia contadina. Entrato in convento, pregando è solito andare in estasi. Questo però non piace ai suoi superiori che, un po´ per celia e un po´ per metterlo alla prova, gli ordinano di interrare nell’orto del convento dei cavoli con la cima all’ingiù.
Proclamato Santo nel 2001
Fra´ Umile, come sempre, non discute gli ordini e fa proprio come gli hanno comandato i superiori. Ma con la meraviglia di tutti, i cavoli invece di ingiallire e appassire, perché non hanno le radici in terra, in poche ore maturano in modo eclatante. Il papa della Rerum novarum, Leone XIII, il 26 gennaio 1882, lo dichiara beato. Un altro grande papa sociale, Giovanni Paolo II, nel corso del 2001, lo proclama santo della Chiesa universale.
( Foto Stefano Vecchione)