Il noto pittore contemporaneo cosentino Roberto Mendicino, per la seconda volta è stato inserito nell’ultimo Catalogo di Arte Moderna, edito dalla Mondadori. La scheda del maestro è stata introdotta nella sezione “Artisti dal secondo dopoguerra a oggi”, voluta dal Comitato critico di consulenza, sempre sotto indicazione e segnalazione di critici e storici dell’arte italiani e internazionali.
Roberto Mendicino tra gli artisti del Catalogo Mondadori
Il Catalogo CAM giunto alla sua 56ma edizione, offre agli artisti una vetrina molto importante. Essere presente per un artista, nel “CAM” Mondadori, corrisponde ad uno dei traguardi più ambiti. Rimane la più longeva tra le pubblicazioni di genere in Italia, con la prima edizione datata 1962, considerata un vero e proprio viaggio tra artisti del primo Novecento ai nostri giorni. Purtroppo il Covid-19, ha sospeso la manifestazione che ogni anno si teneva nella Sala Buzzati del “Corriere della Sera”.
Il dipinto sul catalogo Mondadori
Il dipinto “Sfere”, concepito dal maestro nel luglio 2019 durante un soggiorno marino, è l’opera che la Mondadori ha scelto di introdurre nel catalogo. L’artista Mendicino in quest’opera, proietta sulla tela stati d’animo e visioni non lontane da percezioni avute in diversi momenti, dove la mano è guida dell’istinto, tanto da scartarne l’uso preparatorio del disegno a matita. Nella mente del maestro si susseguono immagini di un mare in tempesta, fotogrammi disordinati, che trovano poi la giusta collocazione sulla tela. L’orizzonte nettamente demarcato da un’accesa linea rossa, collocato nell’esatta metà superiore della tela, che sfuma verso l’alto da una tonalità di blu molto scura. Mentre in basso il landescape, offre dune avvolte nella nebbia, che lasciano spazio a sfere sovrastanti l’intero paesaggio sottostante. Saranno pianeti? L’artista lascia all’osservatore libera interpretazione.
Il percorso artistico del maestro
La pittura del maestro, agli inizi sembrava avviata a percorrere la strada della rappresentazione realistico – classica. Poi, qualcosa si è insinuato nel suo percorso artistico, nel suo modo di vedere, un bisogno di sperimentare soluzioni nuove che mettessero in discussione i punti di approdo fino a quel momento conseguiti. Come a volere cercare qualcosa di più specificatamente artistico dietro l’esposizione di carattere emblematico e figure archetipate, per quanto non prive di un loro fascino. La professionalità lungamente sperimentata e l’avanzato stimolo creativo, evolvono l’opera pittorica ad una vulcanica raffinatezza e ad una sublimazione di luminosità sempre più accesa. Critici d’arte negli anni, hanno esaltato la forza vibrante del colore, le pennellate, la vitalità, la magia luminosa, la liricità e la melodia del dipinto stesso.
Breve biografia del maestro Roberto Mendicino
Roberto Mendicino nasce e studia a Cosenza, da diversi anni risiede a Cerisano, piccolo borgo delle Serre cosentine. Docente di italiano con innata vena artistica, che da ragazzo matura propedeuticamente prima con il liceo artistico Boccioni, affinandola poi con studi universitari e master post laurea, conseguiti a Roma. Numerosi sono stati i riconoscimenti e le partecipazioni a mostre in Italia e all’estero, che negli anni hanno scandito la sua brillante carriera artistica. Tra le tante partecipazioni e riconoscimenti, si ricordano: un primo posto per tre anni consecutivi (2015-16-17) al Borgia Film Festival e al I Concorso artistico letterario nazionale La nebbia agli irti colli… (Edizioni Atlantide – 2018), entrambi per la sezione pittura. Il Premio Internazionale Città di Budapest (2020); Artista dell’anno 2020-Premio della creatività (Palermo, 2021). L’artista in questi anni ha esposto in Italia, Europa e America. Mentre tra le mostre personali più importanti si ricordano Maschere nel deserto (2016) e I miei deserti (2018), Cerisano (Cs), Palazzo Sersale, e I deserti dell’anima alla Biblioteca Nazionale di Cosenza nel 2017.
Gli ultimi dipinti
La sua continua ricerca artistica, non conosce battute d’arresto anche in tempo di pandemia. Il suoi scenari tra il metafisico e il surreale, sperimentano un nuovo studio, la pittura ad olio al negativo, suggellando nuove prospettive con il fruitore. Qui l’arte pittorica diventa un mondo complesso fatto di segreti e regole non scritte, in cui l’enigma porta il fruitore a disorientarsi. Ne sono un esempio il ciclista, e il cane, entrambi olio su tela. Pur conservando scenari riconducibili al suo stile, portano l’osservatore a non decifrare la direzione di marcia del soggetto. In questi paesaggi irreali dalle forti tinte, introduce soggetti prospetticamente enigmatici. Qui la svolta del maestro è netta, la rappresentazione reale non c’è più, e con essa anche le figure cedono il posto ad un astrattismo di natura concettuale. La combinazione di elementi semplici, si intrecciano con sfumature che vanno ben oltre la direzione tridimensionale del soggetto stesso.
“La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto. (Pablo Picasso)
(Foto Roberto Mendicino)