L’Abbazia di Santa Maria della Matina (detta Matina) sorge a 4 chilometri dal centro abitato, in prossimità del Fiume Fullone, vicino la cittadina di San Marco Argentano. È uno dei più raffinati esempi di architettura cistercense in Europa. Edificata per volere del normanno Roberto il Guiscardo e di sua moglie Sikelgaita di Salerno, su richiesta di papa Niccolò II intorno al 1065, quale monastero benedettino, la chiesa è dedicata a Santa Maria. Dotata di vaste proprietà e privilegi, favorita dai papi e dai signori normanni, accresce rapidamente il suo prestigio e la sua potenza. Il 18 novembre 1092 ospita Papa Urbano II, fautore della prima crociata.
L’Abbazia di Santa Maria della Matina
Già Alessandro II, aveva posto l’abbazia sotto la diretta autorità papale, cosicché Matina, compare nella parte più antica del Liber censuum, come indicato nella redazione del ciambellano Cencio. La fondazione imperiale, conosce una decadenza, che la fine del XII secolo non interruppe. Gioacchino da Fiore rifiuta con decisione, la proposta del re Tancredi di Sicilia di trasferire a Matina il proprio monastero, essendo l’antica abbazia «allora in stato di grave declino». Dall’anno della fondazione fino al 1221 vi dimorano i Benedettini. Nell’ottobre del 1221, su richiesta dell’abate di Sambucina e con il permesso di papa Onorio III e dei vescovi locali competenti, la Matina diventa ufficialmente un monastero cistercense. E dipendente dalla decadente Abbazia Sambucina di Luzzi. L’atto diventa effettivo nel febbraio del 1222 con il consenso dell’imperatore Federico II e, dopo il completamento nel giugno 1222, è confermato dal Papa.
Dal 1410 il monastero è dato in commenda
Dal 1410 il monastero è dato in commenda, cosa che ne provoca l’inesorabile declino. Nel 1652 è soppresso da Papa Innocenzo X, mentre la commenda rimane in vigore fino all’eversione della feudalità del 1809. Dopodiché diventa di proprietà statale. Successivamente, gli edifici e i terreni sono donati dal re di Napoli, Francesco I, al generale Luigi Valentoni che la trasforma in un’azienda agricola. A questo luogo è legata una misteriosa “leggenda”: l’abbazia della Matina ha comunanze architettoniche con l’abbazia di Orval in Belgio. Un luogo dove si stabiliscono nell’XI secolo, un gruppo di monaci provenienti dalla Val di Crati al seguito di un certo Ursus. Forse il misterioso principe Orso che ricorre nella nascita dell’Ordine di Sion e nell’opera del “consesso segreto” che offre il trono a Goffredo. tutto avviene sotto la protezione di Matilde di Toscana, contessa di Bova e madre adottiva di Goffredo di Buglione.
Raffinato esempio di architettura cistercense in Europa
La struttura è basata sul modello di Casamari. Poi trasformata in chiesetta, è costituita da un ambiente a tre navate divise da due pilastri polistili, su cui si innestano le maestose volte a crociera costolonate. Esigue tracce del primo insediamento benedettino, si riscontrano in qualche superstite elemento architettonico, come il muraglione di cinta e la monofora a tutto sesto, situata nel parlatorio. Oggi l’Abbazia è ancora struttura privata, inaccessibile ai visitatori se non con il consenso dei proprietari. Questo fino a quando il comune di San Marco Argentano, o qualunque ente pubblico non deciderà di riscattarla.
( Foto Wikipedia/Fondo Ambiente Italiano)