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CHIESE feste religiose

La devozione secolare per l’icona bizantina della Madonna del Pilerio

Quadro Madonna Del Pilerio

Nonostante la pandemia abbia arrestato tutto, ogni forma di manifestazione, compresa la processione della Madonna del Pilerio, non ha di certo fermato la festa in suo onore. In occasione delle celebrazioni per il 12 febbraio, l’icona sarà esposta all’altare maggiore del Duomo di Cosenza.

Altare Maggiore madonna del pilerio
Interno del duomo di Cosenza

Per l’occasione, dalla nicchia della Cappella della Vergine a lei dedicata, dove è custodita fin dal 1607, è stata condotta in processione all’altare maggiore del Duomo. Davanti a questo pregevole dipinto su tavola risalente al XII secolo, la popolazione cosentina si ritrova ancora una volta a pregare contro la pandemia. Liberati dalla peste, i cosentini anche questa volta invocano la Madonna perché respinga la ‘peste’ del terzo millennio, così come fece nella seconda metà del Cinquecento.

Il culto cattolico della Madonna del Pilerio.

Secondo antiche testimonianze pare che risalga al 1576, quando la città dei Bruzi è investita da una devastante epidemia di peste che miete numerose vittime. La popolazione all’epoca, ridotta allo tremo, cerca aiuto affidandosi e rifugiandosi nella preghiera. Si narra infatti che un devoto in preghiera davanti all’icona della Vergine, abbia riscontrato sul volto della stessa un bubbone di peste. All’immediata notizia, accorrono al Duomo numerosi fedeli, per ammirare quello strano evento, che viene successivamente interpretato come un miracolo divino. A seguito dell’accaduto, la Madonna del Pilerio è devotamente eletta patrona e protettrice della città. La devozione è tanta e tale che attira pellegrini da ogni parte della provincia, tanto che nel 1607 l’Arcivescovo Mons. Giovan Battista Costanzo, fa costruire l’omonima Cappella dove ancora oggi è custodita.

Icona madonna Del Pilerio
Cappella della Vergine

Altro prodigioso segno votivo si ha subito dopo il devastante terremoto su Cosenza del 1783. In quell’occasione sull’immagine della Madonna del Pilerio si notano delle screpolature, che successivamente spariscono, ma non del tutto. Mentre a seguito di un altro violento fenomeno tellurico che interessa la città il 12 febbraio 1854, si istituisce la seconda festa, la più importante, quella del patrocinio che tutti noi ogni anno festeggiamo. Lo scorso 5 febbraio, il Settenario di spiritualità e di fede, ha preso il via, con il posizionamento della tavola votiva sull’altare maggiore. I sette giorni di meditazione e preghiera si concludono col giorno della solenne celebrazione.

L’icona mariana danneggiata nel tempo

La tavola su cui è dipinta la Madonna del Pilerio, fu per troppo tempo rimaneggiata e danneggiata da restauri molto discutibili, fino alla totale ridipintura. Saranno i restauri eseguiti nel settimo decennio del secolo scorso, richiesti da Mons. Enea Selis, a riportare l’icona alla bellezza e allo splendore originale. La meravigliosa effige, citata per secoli su diverse fonti e atti del luogo, fu definita iconograficamente bizantina per le sue caratteristiche, fino ad allora considerate di scarso valore artistico. Ma, a seguito del suddetto restauro, svolto dalla Sovrintendenza per i Beni culturali, risultò essere un’opera pregevole e di grande valore artistico, databile durante l’ultimo periodo di dominazione sveva. Il prodotto artistico pare abbia influssi sia del bizantinismo aulico messinese, sia per le affinità plastiche ai maestri toscani pre-cimabueschi.

La Madonna del Pilerio nella simbologia dei colori.

Guardando la Vergine, ciò che emerge dall’immediata sintesi è colei che allatta il Bambino e il colore rosso del manto della Vergine. Lo sfondo invece volutamente dorato, avvolge la figura di una luce particolare, quella della gloria di Dio, che tutto abbraccia e racchiude. Anche il rosso del velo che scende dal capo di Maria, sta a rappresentare simbolicamente la divinità che scende ed avvolge la giovane Madre. Mentre il colore marrone del vestito indica la sua umanità, quello del manto blu, che l’avvolge, ne denota il privilegiato rapporto con Dio. Alla base di ogni colore troviamo il bianco, esso esprime la purezza dell’immacolato concepimento della Vergine. Di forte impatto iconografico rimane la dimensione della Madonna come nutrice, con evidente richiamo alla mensa eucaristica. Un velo trasparente trattenuto da un drappo rosso che ne cinge la vita del Bambino, sta a sottolineare la sua purezza.

Pilerio
La Vergine del Pilerio

Simboli di matrice bizantina.

Le tre stelle collocate una sulla fronte e due ai lati delle spalle, sono di classica matrice bizantina. Stanno ad indicare la Santissima Trinità di cui la Madre è avvolta e la sua Verginità, prima durante e dopo il parto. Gli undici medaglioni situati intorno all’aureola della Vergine, evocano gli apostoli, escludendo Giuda il traditore. L’aureola posta sul capo del Bambino invece è contrassegnata da una croce rossa, simbolo della passione e del suo percorso glorioso. Egli è sorretto dalla mano destra della Madre, quasi come fosse seduto su un trono. Le tre dita della mano destra indicano il mistero trinitario, le due invece della mano sinistra, la doppia natura umana e divina del Cristo.

Testimonianza di gratitudine.

Nell’anno della pandemia, eccezionalmente, la sacra effige è esposta sull’altare maggiore del Duomo, proprio come avvenne durante la peste del 1576. L’icona mariana, all’interno della Cattedrale cosentina è la sacra icona del Settenario che si conclude oggi, 12 febbraio.

Settenario 2

In questo particolare periodo, i fedeli hanno invocato e continuano a invocare la Vergine del Pilerio chiedendo la fine della pandemia. “Ricordati o piissima Vergine Maria che non si è mai sentito dire che alcuno abbia fatto ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato”.

La devozione secolare per l’icona bizantina della Madonna del Pilerio ultima modifica: 2021-02-12T07:24:20+01:00 da Giusy De Iacovo

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