La città di Cosenza con grande devozione ha accolto nel duomo uno straordinario evento votivo, annunciato dai padri minimi del santuario regionale di San Francesco di Paola. In un momento storico così travagliato segnato dalla terribile guerra in Ucraina e dalla pandemia che ancora non lascia tregua, è necessario trovare conforto nella preghiera. Per i cosentini, ospitare nella propria citta, la reliquia del mantello del patrono della Calabria, è stato un segno di grande comunione spirituale.
Ora più che mai affidiamo al santo patrono della nostra terra le nostre preghiere e le nostre speranze. Nei giorni scorsi, il duomo di Cosenza ha regalato ai suoi cittadini due giorni di straordinaria devozione. Numerosi sono stati i fedeli che hanno reso omaggio alla reliquia del santo patrono della Calabria e delle genti di mare d’Italia. Egli, ancora una volta ci ha indicato con l’inizio dell’itinerario quaresimale, la via maestra della penitenza evangelica che ci conduce verso la conversione del cuore. I due giorni di celebrazioni si sono conclusi, con la santa messa presieduta dall’arcivescovo della diocesi di Cosenza-Bisignano, mons. Francesco Nolè.
Dittico raffigurante la Madonna del Pilerio e San Francesco di Paola
Per l’occasione, è stato realizzato graficamente, un dittico raffigurante la Madonna del Pilerio e San Francesco di Paola. Insieme per la prima volta, raffigurati uno accanto all’altro, rispettivamente patrona e compatrono della città di Cosenza e dell’arcidiocesi bruzia. Anche il trasferimento del mantello di S. Francesco di Paola nel duomo di Cosenza, è avvenuto in occasione del giubileo della cattedrale celebrato dall’Ordine dei Minimi.
Assieme al santo, è stata presente anche una reliquia di San Nicola Saggio da Longobardi. Una città visibilmente provata dall’emergenza pandemica e condizionata da episodi geopolitici, si è raccolta attorno a questo straordinario avvenimento con immensa gioia. All’interno della chiesa, la gente devota al santo, si è stretta in un’unica preghiera, pur osservando le regole pandemiche del distanziamento, ma l’emozione era visibile anche attraverso le mascherine.
Il patrono dei calabresi
Francesco di Paola, figlio obbediente della Chiesa e testimone di carità, era nato a Paola cittadina in provincia di Cosenza, sul litorale tirrenico. Probabilmente il nome Francesco dato dai genitori, fu in onore del santo Francesco d’Assisi, al quale i due coniugi avevano chiesto la grazia di un figlio. Ancora fanciullo attratto dalla pratica religiosa portò avanti negli anni, concetti basilari per la vita religiosa che influenzarono e determinarono tutta la sua esistenza di uomo e frate: umiltà, rigore morale, obbedienza.
Accolto nel convento francescano di San Marco Argentano, lì ebbe inizio il suo apostolato, un lungo cammino di preghiera, che col tempo lo portò a vivere la gioia di poter custodire Gesù Cristo nell’intimità del cuore. La sua vita da frate evidenziò nel tempo, attitudini mistiche, compresi quei fenomeni soprannaturali che hanno scandito la sua vita, tanto che oggi lo possiamo ben definire il santo della carità e dei miracoli.
Foto (Facebook)