La Settimana Santa nel Savuto: riti e tradizioni di un tempo - itCosenza

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La Settimana Santa nel Savuto: riti e tradizioni di un tempo

Settimana Santa Ecce Homo

La Settimana Santa nel Savuto, anticamente, si arricchiva di riti e tradizioni. Un forte senso di religioso silenzio e intima sofferenza riempiva i giorni che dalla Quaresima portavano alla domenica di resurrezione. Erano giorni vissuti con profonda partecipazione, in cui le donne cominciavano a mettere da parte le uova necessarie per preparare i dolci pasquali.

uova di pasqua

Iniziando dal Mercoledì delle Ceneri, e continuando ogni venerdì, si rispettavano e si praticavano il digiuno e l’astinenza per tutto il periodo quaresimale. Infatti la Settimana Santa era vissuta con grande religiosità. A essa si univano le rappresentazioni della pietà popolare che trovava la sua massima espressione nella Via Crucis.

settimana santa e  Domenica Delle Palme A Rogliano
Rogliano: l’ingresso di Gesù a Gerusalemme

La Settimana Santa nel Savuto: i viscianti

La Domenica delle Palme, una moltitudine di bambini entrava in chiesa con in mano i viscianti, o semplicemente palme. Altro non erano che pezzi di canna intrecciati, rivestiti con carte colorate e guarniti con caramelle, frutti e dolci ricoperti di glassa. Insieme ai ramoscelli d’ulivo e di alloro, portati in chiesa per essere benedetti, essi coloravano il giorno di festa, ma rappresentavano un elemento discriminatorio. Per impedire che questi simboli di opulenza venissero esibiti nella casa di Dio, sotto gli occhi dei piccoli meno fortunati, il loro uso è andato scomparendo nel corso degli anni.

settimana santa e Preparazione Di Un Visciante
Struttura di un visciante

La Settimana Santa nel Savuto: la chiamata di Maria

Dal Giovedì Santo e fino al sabato, le comunità della Valle del Savuto vivevano un lutto collettivo. Ancora oggi, il Giovedì Santo, i fedeli si recano nelle chiese a far visita ai subburchi (altari della reposizione). Qui le donne hanno deposto u granicceddru (piccoli vasi in cui grano e cereali sono stati lasciati germogliare al buio per quaranta giorni). La sera, durante la messa in coena domini, il parroco lava e bacia i piedi ai dodici apostoli vestiti di bianco: i vattienti.

settimana santa croce

Essi ricevono il pane azzimo mucceddratu, simbolo rabbinico che nell’ultima cena era diventato eucarestia. Al termine della celebrazione, e durante la predica penitenziale, un tempo a Grimaldi si svolgeva il rito della chiamata di Maria. Il sacerdote invocava la madre di Dio: “Maria, vieni a prendere tuo figlio”. La porta della chiesa si spalancava ed entrava la statua dell’Addolorata, alla quale veniva presentato il Cristo morto. Alcune donne, piangendo, graffiandosi il volto e strappandosi i capelli, o portando sulla testa corone di erbe e di spine, manifestavano con grande intensità tutto il dolore avvertito dalla comunità per la morte di Gesù.

L'Addolorata del Convento, a Grimaldi
Grimaldi: l’Addolorata

Il Venerdì Santo e le tracchite

Il Venerdì Santo era e rimane il giorno più austero e mesto della Settimana Santa. In segno di lutto si chiudevano porte e finestre e si spegneva il fuoco, simbolo di vita. Negli ovili, i pastori levavano i campanacci ai greggi. Il tempo veniva scandito dal suono cupo, legnoso e crepitante di rudimentali strumenti a raschiamento e a percussione: troccule o tracchite, griddrere e casciabanchi, realizzati con perizia dagli artigiani locali. Talvolta erano i bambini a suonarli orgogliosi, non solo per richiamare i fedeli in chiesa, ma anche durante la Via Crucis. Il rumore, a volte assordante, che producevano questi antichi strumenti, era l’unico concesso nei tre giorni di lutto per la Chiesa.

settimana santa e Passione Di Cristo A Rogliano
Rogliano: una scena della Crocifissione

La rappresentazione scenica della Passione a Rogliano

A Rogliano, da diversi anni, si svolge la rappresentazione scenica della Passione e Resurrezione di Cristo, che richiama numerosi spettatori. La spettacolarità dell’evento, che si svolge lungo le vie del paese, è tale che questo comune è ormai noto come “la città della Passione”. Il coinvolgimento e il realismo con cui i protagonisti rivivono il sacrificio di Gesù e la sofferta via del Golgota, comunicano un’emozione profonda alla folla, che partecipa e segue le fasi con viva commozione. Regista, artisti, figuranti, scenografi, addetti alle luci e alle musiche, operatori vari, riescono a ricreare l’atmosfera e il pathos dell’evento e del tempo. Inoltre ne restituiscono intatti il valore e il messaggio.

campane di pasqua dopo la settimana santa

La Pasqua: campane a festa e dolci della tradizione

Il clima di tristezza e di lutto terminava solo il Sabato Santo, con la solenne veglia pasquale. Nella notte, le chiese si riempivano di fedeli che partecipavano alla celebrazione della resurrezione di Cristo attraverso la liturgia del fuoco. Le campane, rimaste silenti per tre giorni, ricominciavano a squillare argentine, per comunicare la Pasqua del Signore. La gioia ritornava contagiosa fra la gente che si scambiava gli auguri all’uscita dalla chiesa. Durante la domenica di festa si consumavano i tradizionali dolci pasquali: cuculi e cuzzupe o cuddrure, per la gioia di grandi e piccini. Oggi, di questi antichi riti e tradizioni, rimane ben poco.

(Immagine di copertina: l’antico Ecce Homo della chiesa di Grimaldi)

(Foto: Antonietta Malito, Fiore Sansalone)

La Settimana Santa nel Savuto: riti e tradizioni di un tempo ultima modifica: 2020-04-04T06:28:43+02:00 da Antonietta Malito

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