Lucrezia della Valle è tra le prime donne letterate della Cosenza del sedicesimo secolo. Poetessa di talento, partecipa attivamente alla vita della prestigiosa Accademia Cosentina, sede da sempre di iniziative culturali, nella quale la introduce lo zio materno Sertorio Quattromani.
Lucrezia della Valle, una vita breve ma intensa
La vita di Lucrezia è breve ma intensa. Figlia di Giulia Quattromani e di Sebastiano della Valle, non si conosce l’anno esatto della sua nascita, da collocare comunque nella seconda metà del sedicesimo secolo. Lucrezia sposa l’accademico Giovan Battista Sambiasi, dal quale, secondo alcune testimonianze, ha sei figli. Muore il 26 settembre 1602. Venne sepolta nel Duomo di Cosenza, come si evince da un volume dedicato alla storia degli edifici sacri della città.
Lucrezia della Valle, resta sconosciuta la sua data di nascita
La sua data di nascita si desume indirettamente dal testamento dello zio Sertorio. In esso, sono elencati tutti i suoi beni, in gran parte librari, ereditati per donazione proprio da Lucrezia. Non solo. In una lettera del 1597, lo stesso Quattromani fa riferimento a una rissa che coinvolse un figlio di Lucrezia, Teseo Sambiasi. L’epistola, indirizzata a un amico, è un invito di Sertorio a tranquillizzare la madre, preoccupata per l’eccessiva esuberanza del giovane.
La poetessa che si firmava “Olimpia”
Donna di grande talento, Lucrezia utilizza uno pseudonimo per firmare le sue liriche. È infatti Olimpia per l’Accademia Cosentina. Dei suoi componimenti poetici scrive Salvatore Spiriti, giureconsulto e storico cosentino (1713-1776), nella sua opera Memorie degli scrittori cosentini, 1750. In essa si apprende che un suo volume di poesie manoscritte andò disperso. Spiriti attesta, inoltre, che la raccolta conteneva quarantadue sonetti, una canzone, tre sestine, sei ballate e un capitolo sull’amore d’intonazione platonica. Lucrezia compone un libro, anch’esso andato perduto, sulle eleganze della lingua di Roma e, pare, un altro sull’arte poetica. Per questa produzione viene accostata stilisticamente a Vittoria Colonna. Un altro studioso, Piromalli, ritiene invece che di lei si conservi solo un sonetto, d’ispirazione petrarchesca.
La sua formazione culturale
Nella formazione culturale di Lucrezia ha grande importanza il contesto familiare in cui ella vive: può, infatti, attingere a una vasta biblioteca. Determinante, poi, è il vivace ambiente intellettuale cosentino di fine ’500, nel quale la introduce lo zio Sertorio, incoraggiandone le aspirazioni letterarie. La giovane entra, dunque, nella prestigiosa Accademia Cosentina, fondata da Aulo Giano Parrasio, nel 1511.
L’Accademia Cosentina
Inizialmente denominata Parrasiana (da Parrasio), l’Accademia è prevalentemente una sede letteraria, ma assume una connotazione più spiccatamente scientifica con l’apporto del filosofo e naturista cosentino Bernardino Telesio, che ne assume la direzione alla morte di Parrasio, nel 1534, e la denomina Accademia Telesiana. Nel 1588, alcuni anni prima della morte di quest’ultimo, l’Accademia passa sotto il controllo dello zio di Lucrezia, Sertorio Quattromani, e diventa Accademia Cosentina. L’edificio che oggi la ospita, risalente alla prima metà del ‘900 sorge in Piazza XV Marzo, in cui sorgono anche il Teatro Alfonso Rendano e il Palazzo della Provincia.
Un liceo porta il nome di Lucrezia della Valle
Nel 1923 nasce a Cosenza l’Istituto Magistrale a lei intitolato, frequentato da allievi di ambo i sessi. Poco tempo più tardi, si realizza un Convitto destinato ad accogliere le allieve, in ragione del notevole incremento subito dalla popolazione scolastica. Alla fine della Seconda guerra mondiale, l’istituto diventa una delle scuole più frequentate della città. Una scuola che, nel tempo, si è rinnovata. Oggi, in base alla riforma scolastica, è un liceo, ma continua a portare il nome di questa straordinaria donna. Una cosentina annoverata negli annali come una delle menti più fervide e sensibili della letteratura del suo tempo.
(Foto: Antonietta Malito, Pixabay)