Sarà Livio De Luca nativo di Amantea in provincia di Cosenza a far risorgere la Cattedrale di Notre-Dame simbolo di Parigi nel mondo. L’architetto si occuperà della ricostruzione, utilizzando un progetto su modello in 3D da lui proposto, guidando un team di 30 esperti incaricati dal governo francese.
Attraverso tecnologie di “cloud computing” andrà a sviluppare un “progetto gemello virtuale” della cattedrale parigina, dal quale poi realizzerà la ricostruzione reale. Sarà il cantiere del secolo come spesso lo definisce il presidente Emmanuel Macron, a ricostruire fedelmente ciò che l’incendio del 2019 aveva distrutto. L’architetto calabrese, è balzato alle cronache mondiali grazie al Financial Times, che ha messo sotto i riflettori questo suo validissimo progetto. Con un grande interesse ha descritto minuziosamente nell’articolo, quelli che saranno i vari passaggi della ricostruzione prima 3D e poi reale.
Orgoglio tutto nostro
È grande l’orgoglio per noi calabresi, sapere che la ricostruzione di Notre-Dame, sarà per ingegno e creatività affidato all’ opera di un nostro conterraneo. Notre-Dame rinascerà come la fenice dalle sue ceneri, distrutta come tutti ricordiamo nell’incendio del 15 aprile 2019. La Francia ed il mondo intero guarderanno con speranza questa grande ricostruzione, approvata dal Senato francese con la massima fiducia.
Chi è Livio De Luca?
Un 44enne, nato ad Amantea (Cosenza), da vent’anni residente in Francia. Direttore di ricerche nel Cnrs (Centro nazionale francese per la ricerca scientifica) e capo dell’unità di ricerca mista Map (Modelli e simulazioni per l’architettura e il Patrimonio) di Marsiglia, città dove vive tutt’ora. Laureatosi in architettura all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e subito trasferitosi in Francia da quando ottenne un master a Aix- en-Provence. Parimenti co-responsabile scientifico del progetto Anr Sinetomb (sistema informativo a scala architettonica, per lo studio della tomba dell’Imperatore Qianlong in Cina). Autore di numerose pubblicazioni in riviste scientifiche, ed in atti di congressi internazionali. Ha insegnato all’Istituto universitario di architettura a Venezia, attualmente insegna il rilievo e la rappresentazione digitale a l’Ecole nationale supérieure d’architecture de Marseille.
Come accadde l’incendio di Notre-Dame nel 2019
Erano circa le 18:50 del 15 aprile del 2019, quando una colonna di fumo apparve insidiosa al centro dell’Ile de la Cité, l’isola nella Senna. Subito si capì la gravità della situazione. Bruciava il cuore di Parigi, il simbolo della cristianità, il magnifico capolavoro gotico, patrimonio dell’Unesco. Costruita tra il 1163 e il 1344, la Cattedrale, non aveva mai subito un incendio prima di allora. Neanche i due conflitti mondiali, portarono una tale sciagura; sebbene fosse stata depredata durante la Rivoluzione francese. Le drammatiche immagini che trasmettevano i telegiornali, lasciavano nello sconforto la Francia ed il mondo intero. C’è una immagine che rimarrà indelebile nella mente di tutti, il crollo laterale della guglia della cattedrale.
Quasi come se si fosse arresa alla condizione, assieme alla croce che la sormonta e pochi minuti dopo il crollo del tetto. Ci volle notte fonda, prima che i vigili del fuoco domassero le fiamme. La struttura fu pesantemente danneggiata, anche se gli arredi sacri, e le opere d’arte in essa contenuti, furono per fortuna salvati. Parimenti le sedici statue degli apostoli (12 Apostoli e 4 Evangelisti) poste sul tetto, non furono lambite dalle fiamme, perché fortunatamente rimosse qualche giorno prima per restauro.
Ricostruire, sarà certamente un compito di grandissima responsabilità. Sicuri che il nostro architetto Livio De Luca farà un ottimo lavoro, ricucendo quello squarcio in petto agli amanti dell’arte e della bellezza.
La aguja de la Catedral, no era original, la agregò Violet Le Duc en el siglo XIX.