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Luce di carità nella Chiesa cosentina, il triduo in onore della Beata Elena Aiello

Elena Aiello Copertina

Elena Aiello e gli orfanelli

Inizia oggi il triduo in onore della Beata Elena Aiello dal titolo “Luce di carità nella Chiesa cosentina”. Le celebrazioni in memoria della “Monaca Santa”, organizzate dalle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, si concluderanno sabato 18 giugno. In quell’occasione, nella cattedrale di Cosenza sarà celebrata una santa messa presieduta dall’Arcivescovo Metropolita della Diocesi di Cosenza-Bisignano, Monsignor Francesco Nolé.

Elena Aiello, dispensatrice di misericordia

Il triduo in onore della mistica cosentina comincia alle 10.30 di oggi, con le riflessioni di Don Mario Cassano e andrà avanti fino a sabato. La Beata Elena Aiello viene ricordata per le sue innumerevoli opere di carità e misericordia, a favore dei bambini, dei più deboli e disagiati. Lei, che non si risparmiò neanche durante la “Spagnola”, la virulenta forma influenzale che durante la Prima Guerra Mondiale si diffuse velocemente in tutto il mondo contagiando almeno un terzo della popolazione. A quel tempo Elena, nonostante la sua giovane età e i rischi che avrebbe potuto correre, prestò assistenza ai contagiati di Cosenza e realizzò, con le sue mani, rozze casse di legno, perché le vittime della pandemia potessero essere sepolte cristianamente.

“Torniamo a riunirci attorno a Madre Elena”

Del triduo e della voglia di ricominciare a celebrare l’amata Elena Aiello, ha parlato in questi giorni suor Eugenia Amodio, Madre Generale delle Suore Minime della Passione di N.S.G.C. La religiosa ha dichiarato: “Dopo anni difficili, segnati da un’importante emergenza sanitaria che ci ha colpiti tutti profondamente, torniamo a riunirci attorno a Madre Elena anche fisicamente. In questi tre anni senza dubbio difficili – ha sottolineato la suora – non abbiamo mai smesso di aiutare le famiglie, in particolar modo quelle con bambini, sensibilmente colpite anche dal punto di vista economico, supportandole con atti concreti. Lo abbiamo fatto seguendo l’esempio della Monaca Santa”.

Riferimento per tante orfanelle

Elena Aiello ha lasciato a Cosenza una traccia indelebile. Icona di santità, è ricordata soprattutto per essere stata la madre amorevole di tante orfanelle e un punto fermo per molti cristiani, fino alla fine dei suoi giorni. Nata a Montalto Uffugo (Cosenza), il 10 aprile 1895, da Pasquale Aiello e da Teresa Paglilla, fu la terza di nove figli. Rimasta orfana di madre a soli 10 anni, si diede subito da fare per aiutare la famiglia, prendendosi cura anche dei poveri e degli ammalati. Desiderò ardentemente di diventare una religiosa, desiderio che tuttavia realizzerò molto più tardi. Nel frattempo, continuò la sua opera di carità nonostante le gravi malattie che la colpirono. Guarì grazie all’intercessione di Santa Rita da Cascia alla quale fu profondamente devota.

Il 2 marzo 1923 sudò sangue e sperimentò le stimmate, un fenomeno che l’accompagnò tutta la vita, ogni venerdì di quaresima, fino al venerdì santo. Nel 1928, insieme a Luigia Mazza, detta Gigia, fondò l’ordine delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. La casa prese progressivamente la forma di un istituto che si dotò di regole ben precise. Il 15 ottobre 1938 ebbe luogo la sua prima vestizione religiosa. Elena dedicò la sua vita all’accoglienza, in particolare dei bambini abbandonati. Aprì alcuni istituti per gli orfani e un istituto magistrale per garantire un futuro alle ragazze uscite dall’orfanotrofio.

Il 3 ottobre 1949, all’età di 54 anni, emise i voti perpetui ricevuti da Monsignor Aniello Calcara, Arcivescovo di Cosenza. Morì a Roma il 19 giugno 1961. La sua salma riposa nella Cappella della Casa Madre, in via dei Martiri 9, a Cosenza.

(Foto: Elena Beata Aiello, Pagina Facebook)

Luce di carità nella Chiesa cosentina, il triduo in onore della Beata Elena Aiello ultima modifica: 2022-06-15T07:58:35+02:00 da Antonietta Malito

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