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Lenticchie e cotechino, il portafortuna di Capodanno

Cotechino E Lenticchie

Lenticchie e cotechino. Le lenticchie sono sicuramente le vere protagoniste del cenone di Capodanno. Non possono mancare infatti sulle tavole degli italiani nella notte di San Silvestro, quella che fa da ponte tra l’anno vecchio e l’anno nuovo. Si dice, infatti, che portino fortuna e che chi le mangia potrà godere di un nuovo anno all’insegna della ricchezza e della prosperità. Per questo non si rinuncia mai a un buon piatto di lenticchie. Nemmeno dopo i sostanziosi banchetti di Capodanno a base di portate succulente. Come è noto, questo antico legume è ricchissimo di vitamine, sali minerali e proteine. Ed è povero di grassi.  Le lenticchie sono buone, sane, nutrienti, gustose e sostanziose.  Ma soprattutto portano tanta fortuna. Ma sappiamo anche perché? No, non tutti conoscono il significato simbolico delle lenticchie.

Lenticchie e cotechino
Le lenticchie

Lenticchie e cotechino. Il significato delle lenticchie ai tempi dell’antica Roma

A Capodanno non si può rinunciare a un buon piatto di lenticchie perché si associano, simbolicamente, al guadagno. Tale usanza affonda le proprie radici in un passato lontano. In epoca romana, infatti, si usava regalare, all’inizio del nuovo anno, un sacchetto di lenticchie da appendere alla cintura. Anche la forma delle lenticchie facilita l’associazione alle monete. E l’augurio era che il contenuto del sacchetto potesse trasformarsi in guadagni per chi lo indossava. Inoltre, già in epoca romana, esse erano considerate un alimento nutriente e sostanzioso in grado di sfamare e sostenere chi non poteva permettersi di consumare carne e cibi costosi. Un alimento povero, dunque, ma molto prezioso, che assicurava una buona riserva di cibo anche nei periodi più difficili.

Sacchetto Portafortuna
Sacchetto portafortuna con le lenticchie

Il significato ‘biblico’ delle lenticchie

Il significato simbolico delle lenticchie non viene interpretato soltanto con accezioni positive. Nell’Antico Testamento, infatti, si fa menzione del legume in un episodio chiave per la storia del popolo ebraico. Un episodio, però, che non mette in buona luce il piccolo legume. Si narra, infatti, che Esaù, tornato stanco e affamato da una lunga battuta di caccia, chiese al fratello Giacobbe un piatto della minestra di lenticchie che aveva preparato. Il gemello glielo concesse, a patto, però, che Esaù rinunciasse, in suo favore, alla propria eredità e al diritto di primogenitura. Esaù, che non dava importanza a certi privilegi, accettò. E fu così che rinunciò ad assumere la guida del popolo ebraico. Tutto per un piatto di lenticchie. Proprio per questo, ai giorni nostri, si usa dire “vendersi per un piatto di lenticchie”. Nella tradizione ebraica questo episodio, nel corso del tempo, ha favorito l’associazione del legume alle occasioni di lutto, a quando si perde qualcosa di prezioso.

Tra storia e leggenda

Le lenticchie sono diventate oggetto di numerosi simbolismi perché sono un alimento antichissimo. Esse hanno rappresentato un’importante fonte di sostentamento per popolazioni di diverse epoche e provenienze. Basti pensare che sono note e consumate sin dall’era neolitica.

Delta Nilo cotechino e lenticchie
Il delta del Nilo

E che sono state il primo legume della storia, ad essere coltivato ed il primo cibo a essere stato cotto. La loro coltivazione comincia in terra egizia, dove le acque del Nilo rendevano fertile il suolo con il limo. E dove, si narra, che le navi partissero da Pelusio, patria mitologica di Achille, per trasportarle fino alla Grecia e alla Magna Grecia.

Un importante prodotto per il commercio e l’agricoltura

Per millenni hanno dunque rappresentato, un importante prodotto del commercio e dell’agricoltura dei Paesi del bacino del Mediterraneo. Erano apprezzate tanto dai Greci quanto dai Romani. Tanto che l’imperatore Caligola, scelse proprio un carico di lenticchie per proteggere, durante il trasporto per mare, l’obelisco egiziano che oggi troneggia su piazza San Pietro. Come ogni celebrità, però, anche le lenticchie annoverano sostenitori e detrattori. E se Plinio ne decantava le proprietà nutritive e la capacità di rilassare gli animi, il letterato Artemidoro, nel suo trattato sull’interpretazione dei sogni, le considerava annunciatrici di lutti e sventure.

Dizionario Cucina

Il medico rinascimentale Petronio le consigliava a coloro che desideravano condurre una vita modesta, visto che all’epoca erano considerate il cibo degli umili, alla corte di Luigi XIV erano state persino relegate a mangime per cavalli. Nemmeno Alexandre Dumas era un loro grande estimatore. Nel suo ‘Grand Dictionnaire de Cuisine’ del 1873 ne parla addirittura come di un pessimo alimento. Tra storia e leggenda, tra simbologie e superstizioni, le lenticchie hanno molto da raccontare.

Da Pico della Mirandola a Pellegrino Artusi

E quando ne mangeremo un piatto per buon augurio la notte di Capodanno, sapremo che questo semplice gesto affonda le proprie radici in un passato affascinante e lontano. Sempre segno di abbondanza associato alle lenticchie è il cotechino o lo zampone; il maiale, carne grassa e nutriente è anche questo simbolo di un anno pieno di abbondanza e prosperità. Anche il cotechino ha origini antiche. Questa volta le radici le troviamo nel Medioevo, nel 1511, ai tempi di Pico della Mirandola.

Pico della mirandola
Pico della Mirandola

Secondo la tradizione, fu il filosofo medievale a consigliare ai suoi concittadini di consumare questo pasto e di macellare, in tempi di guerra, i maiali rimasti nelle stalle e mettere la carne dentro le zampe e la cotenna dei suini. Un’altra curiosità che tutti sicuramente si chiederanno è: che cosa cambia tra cotechino e zampone? L’impasto è molto simile per entrambi ma la vera differenza sta nell’involucro: la zampa di maiale anteriore per lo zampone, mentre il budello per il cotechino. L’importanza che ha assunto il cotechino ai giorni nostri è merito del padre della cucina italiana Pellegrino Artusi che, nella sua grande opera, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, parla del famoso “cotechino fasciato”.

Lenticchie e cotechino: la ricetta

1 cotechino di 600 g

400 g di lenticchie

1 cipolla

2 coste di sedano

20 g di burro

2 cucchiai d’olio

sale

pepe

Preparazione

Il cotechino con lenticchie si prepara in pochi passaggi. Punzecchiate il cotechino e poi avvolgetelo in carta d’alluminio. Immergetelo in acqua fredda, lasciatelo sobbollire piano circa due ore. Nello stesso tempo in un’altra pentola, in abbondante acqua fredda, mettete le lenticchie, mezza cipolla, una costa di sedano, un pizzico di sale.

Cotechino E Contorni
Il piatto pronto per essere servito

Portate a bollore poi fate sobbollire un’ora scarsa. In un tegame scaldate olio e burro, insaporitevi la mezza cipolla avanzata e l’altra costa di sedano tritate, aggiungete le lenticchie sgocciolate e insaporite a fuoco basso. Regolate sale e pepe. Sgocciolate il cotechino e spellatelo ancora caldo, tagliatelo a fette. Passate le lenticchie su un piatto da portata e sopra disponetevi le fettine di cotechino. A piacimento si può aggiungere per contorno del purè di patate o della polenta.

( Foto Google)

Lenticchie e cotechino, il portafortuna di Capodanno ultima modifica: 2020-12-31T08:08:49+01:00 da Daniela Santelli

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