L’ addio straziante a Francesco Rovella, grande tifoso del Rende Calcio. Una giornata dal vento freddo, che contrasta con la primavera che dovrebbe essere già nell’aria. Quel vento che accompagna lo straziante e doloroso addio al giovane ventiduenne di Rose, Francesco Rovella. Un guerriero che per lungo tempo ha combattuto la sua battaglia al Bambin Gesù di Roma, contro un male oscuro, accompagnato costantemente dai suoi meravigliosi genitori, Eugenio Rovella e Alda Sturino. Una bara bianca, coperta dalla maglia donata alla famiglia dalla sua squadra del cuore, il Rende Calcio. La chiesa San Carlo Borromeo gremita di gente, attonita davanti ad una morte così ingiusta. Familiari, amici, il personale dell’unità mobile di rianimazione di Montalto, dove lui era volontario, ma anche tante persone che volevano solo dargli un ultimo saluto.
L’ addio straziante a Francesco Rovella. La sua squadra del cuore
E poi la società biancorossa che lui tanto amava e di cui era tifosissimo, nella persona del presidente Fabio Coscarella, del direttore generale Ciardullo, del direttore sportivo Maglia, del responsabile Pietro Alberti e del team manager Carlo Sprovieri, insieme ai giocatori , al capitano Massimo Piscopo e al mister Cavaliere, presenti alla cerimonia funebre. Loro che in tutti questi mesi hanno sempre sostenuto Francesco, con audio di incoraggiamento a ritornare a tifare al Lorenzon, dedicandogli le vittorie in campionato, auspicandogli di vincere questa tormentata battaglia. Queste morti “innocenti”, lasciano senza parole. Davanti la chiesa, fiori, piume e colombe bianche, simbolo di un addio prematuro. Di un addio fuori luogo, perché è contro natura che i genitori debbano assistere alla morte dei propri figli.
L’ultimo viaggio di Francesco tra palloncini bianchi e applausi
Tra gli applausi la bara di Francesco esce dalla chiesa, in quel momento i palloncini volano in cielo, e il suo ultimo viaggio è accompagnato dalle note della canzone “Ovunque sarai” e dai fumogeni bianco-rossi. Mi colpisce l’espressione del suo papà, quella di chi non sa come dovrà sopportare di vivere senza colui che per lui non era un figlio, bensì un fratello. Francesco hai perduto la tua battaglia sulla terra, ma quella in cielo l’hai già vinta perché ora sei tra gli Angeli. Anche questa volta, ci piace credere che Dio lassù ha bisogno di anime belle e pulite, forse sprecate per questo mondo terreno. Indossa la tua maglia bianco rossa Francesco, quella del tuo amato Rende, danza tra le stelle e da lassù proteggi i tuoi amati genitori.
“Ovunque sarai, ovunque sarò, in ogni gesto io ti cercherò”
Ciao Francesco
( Foto Facebook )
