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“L’altra parte di me”, Maria Lato racconta la sua storia d’amore con il ciclista e pittore Pino Faraca

Maria Lento

Maria Lato, moglie di Pino Faraca, ciclista e pittore scomparso nel 2016 per una brutta malattia, ci racconta attraverso un libro meraviglioso “L’altra parte di me” edito da Pellegrini, trent’anni d’amore. In questa intervista concessa ad it.Cosenza, lei ci apre il suo cuore a 360 gradi, parlandoci del suo romanzo, omaggio a suo marito, e della sua bellissima e anche triste storia, quella di un amore stroncato da un crudele destino.

Maria Lato L’altra parte di me è un omaggio personale all’uomo che ha amato per più di trent’ anni. Che emozioni ha provato nello scriverlo?

Copertina Laltra Parte Di Me
La copertina de “L’altra parte di me”

L’altra parte di me nasce a Milano durante la nostra permanenza per le cure di Pino. Inizialmente come appunti di pensieri che vagavano in quei giorni confusi e movimentati pieni di ogni pathos che al momento potessimo vivere. Nel corso del tempo tramutatisi in prova tangibile del mio amore per lui. Le emozioni provate nello scriverlo, non hanno numero ben preciso e si sono susseguite contemporaneamente tra ricordi che riportano a galla sensazioni forti e dolori mai sopiti. Dunque non solo forti emozioni nel raccontare un amore reciproco vissuto intensamente, ma anche paura, rabbia, tristezza, dolore infinito. In primis però, il desiderio di dargli voce e la consapevolezza, mettendolo nero su bianco, che rimanesse nel tempo al di là di ogni memoria.

Il libro narra appunto della vostra vita insieme dal giorno in cui i vostri sguardi si sono incrociati per la prima volta, fino al triste epilogo.

Pino Faraca
Pino Faraca

Conobbi Pino in un momento particolare della mia vita giovanile. Un colpo di fulmine il nostro. Essendo io molto giovane, mi legai a lui saldamente quando cominciai a conoscere la sua anima. Era affidabile, sicuro, gentile, buono, amabile. Tanto, tanto innamorato e desideroso di stabilità affettiva. Non vidi mai in lui il personaggio, ma la grandezza di cuore e passioni, che ogni giorno alimentavano in me l’amore. Ma riconobbi tutto il mio sentimento per lui nella disperazione della probabile assenza e dopo. Un amore che non poteva più esplodere, non poteva più essere coccolato come avevamo fatto per tanti anni e che ha nutrito vicendevolmente i nostri cuori. Non potrò mai più assaporare e godere delle sue manifestazioni e attenzioni per me. Di un amore non sdolcinato, ma sentito e autentico nella sua integrità. Ho dedicato la mia vita solo ed esclusivamente alla mia famiglia ed al mio uomo.

Per amore lei ha lasciato anche i suoi studi di giurisprudenza soprattutto per un senso forte di maternità. Ritornasse indietro confermerebbe la sua scelta?

La decisione di abbandonare gli studi è stata molto determinante. Quando si è giovani non si è maturi per affrontare al meglio la vita. Ci si fa condizionare dall’istinto e dai sentimenti. Ingenuamente ho rinunciato ad un obiettivo prefissato sin da piccola. Il desiderio di famiglia ha condizionato il desiderio di realizzare il risultato degli studi intrapresi. Sfiduciata e debole della mia persona, non ebbi chiaro a cosa stessi spontaneamente rinunciando. Realizzare me stessa! Risultato che avrebbe appagato me adesso e in futuro, con il senno di poi. Sono sempre stata la moglie di… e ancora adesso lo sono orgogliosamente. Non ne ho mai sentito il peso in verità (a differenza di oggi quale responsabilità). Ho sempre avuto forte personalità. Avere però soddisfazioni lavorative proprie, sarebbe stato per me importante, gratificante, costruttivo e mi avrebbe forse aiutata a superare meglio alcune difficoltà pratiche. Nulla mi avrebbe impedito di godere della famiglia realizzandomi.

Opera Di Pino Faraca
Opera di Pino Faraca

La malattia di suo marito Pino Faraca è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Chi era quest’uomo amante delle bici e della pittura?

Pino era innanzitutto marito e padre. Riflessivo, affidabile, responsabile. Amante del bello e della vita in generale. Sempre molto positivo e propositivo. Passato sportivo da professionista nel mondo del ciclismo. Maglia bianca nel giro d’Italia dell’81. Ha gareggiato con corridori del calibro di Moser, Saronni, Visentini, Bugno, di cui era tra l’altro amico. Moser ha gentilmente e affettuosamente fatto la sua introduzione al libro. Ma è come pittore che ha rapito parte del mio cuore. Artista dalle capacità particolarissime, sensibile come solo i grandi possono essere. Nel mio piccolo cerco di portare avanti il suo mondo artistico già conosciuto e apprezzato da molti. Purtroppo campo difficile e poco agibile al Sud. Infatti i suoi estimatori sono soprattutto settentrionali.

Lui le scriveva tante lettere d’amore, lo racconta lei nel libro. Questo scritto è la testimonianza di un amore per sempre?

Quando ci si è amati per più di 30 anni, oltre al reale sentimento vissuto e l’impossibilità di continuare a farlo, tutto risulta all’ennesima potenza. Il legame acquista un significato oltremodo immenso. Niente può scalfire ciò che i nostri cuori e le nostre menti hanno vissuto e va celebrato ad occorrenza. Rimarrà custodito nello sguardo dei nostri figli, nelle loro persone che ne sono la continuazione, tra le pieghe delle nostre anime, nei ricordi indelebili. La vita però so che va vissuta ancora e ancora. Pur rimanendo il risultato di ciò che siamo stati e che saremo in futuro, in base a ciò che la vita ci riserva con le sue difficoltà, sorprese e passioni.

Qual è il messaggio che ha voluto lanciare scrivendo “L’altra parte di me”?

“L’altra parte di me” vuole essere innanzitutto un omaggio alla sua persona e a noi. La testimonianza che le favole esistono, seppure qualcuna non ha un lieto fine. E’ il racconto che l’amore vero, puro, sincero e disinteressato, esiste al di là dei tempi e delle generazioni. Ho voluto narrare Pino- uomo, al di là dei suoi trascorsi sportivi e artistici. Probabilmente rappresenta per me il tramite catartico per superare in parte il terribile e interminabile dolore e disagio interiore. Un mezzo tramite il quale, portare a conoscenza degli eventuali nipoti il suo essere, oltre la memoria di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato.

(Foto Maria Lato/ Foto Wikipedia)

“L’altra parte di me”, Maria Lato racconta la sua storia d’amore con il ciclista e pittore Pino Faraca ultima modifica: 2023-05-31T06:09:26+02:00 da Daniela Santelli

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