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STORIA

Natale di guerra a Cosenza

Cosenza, la neve caduta nella notte del 9 gennaio 1918 ha imbiancato l'Albergo Vetere in Piazza xV marzo 1843 e la Villa Comunale

Natale di guerra a Cosenza. La notte di Natale del 1917, i nemici austriaci e tedeschi sono   agguerriti e ogni tanto si fanno vivi persino nelle Calabrie. Navi nemiche sono avvistate lungo i litorali della regione. I militari hanno imposto l’oscuramento nei villaggi posti lungo le coste, per timore che le luci possano servire come punto di riferimento per eventuali attacchi. I fanali della pubblica illuminazione sono tinteggiati di blu e restano accesi solo quelli strettamente   necessari   al transito   dei   mezzi.   Particolare   impressione   suscita l’affondamento   del   piroscafo   da   carico   scozzese   Umballa, che, partito   da   Karaki   e diretto a Napoli, trasportava migliaia di sacchi di orzo. La notte di Santo Stefano del 1917, l’U-Boot 49, silura la nave nei pressi dell’Isola di Dino, a circa tre miglia dalla costa. Il siluro colpisce la sala macchine e provoca una falla di 10 metri e uccide 13 marinai.   Il   restante   equipaggio, composto   complessivamente   da   104   uomini,  sono soccorsi da due vedette e una torpediniera italiane.

Presso Isola di Dino, nella notte di Santo Stefano 1917, il Piroscafo Umballa è affondato dall'U-Boot 49 tedesco
Presso Isola di Dino, nella notte di Santo Stefano 1917, il Piroscafo Umballa è affondato dall’U-Boot 49 tedesco

Natale di guerra a Cosenza. Il cuore della Cosenza popolare

Piazza Piccola. Il Cuore della Cosenza popolare.
Piazza Piccola. Il Cuore della Cosenza popolare.

Ampia   circa   trecento   metri   quadri, Piazza   Piccola   resta   però   il   cuore   della   Cosenza popolare.   Posta   quasi   a   metà   del   tortuoso   budello   di   Corso   Bernardino   Telesio, è affollatissima di gente tra cassette postali, beccherie, la Farmacia Elia, e altre botteghe. C’è anche una pescheria all’aperto nei pressi della fontana, perché la vendita del pesce all’aperto, è dovuta alla cronica mancanza di una pescheria pubblica. Il municipio ha fatto di Piazza piccola il quartier generale del servizio delle carrozzelle. La notte del 9 gennaio 1918 nevica in città.  Il 15 si riuniscono a Cosenza   i produttori   d’olio per il calmiere.   Gelo   e   freddo   il   23, quando   giunge   Luigi   Fera, il   ministro   delle   poste   del Governo Orlando. Il primo politico calabrese ad avere ruoli ministeriali di spicco e a mantenerli a lungo è a Cosenza per il convegno di propaganda del V° prestito di guerra che si tiene al Teatro comunale. 

Natale di guerra a Cosenza. L’assassinio del direttore dell’Ospedale civile

Cosenza, Ospedale Civile
Cosenza, l’Ospedale Civile

Il 31, il prefetto Giuseppe Masi trasloca a Messina. Quando parte si tiene una dimostrazione di simpatia alla Stazione delle Ferrovie dello Stato, che dista dieci minuti dal centro cittadino. Il nuovo prefetto Giulio Moscarella viene da Trapani con moglie, due figli e 12 gatti! Lo riceve a Paola il presidente della Deputazione provinciale di Cosenza, Ignazio Pisani, che aveva accompagnato Giuseppe Masi. In piena estate, il 1° luglio, piogge e intemperie, e nei giorni successivi caldo afoso. Il 27, in   ogni   dove   di   Cosenza,  si   parla   di   una   terribile   tragedia. La   signora   Giulia   Moro, maritata con Giacinto   Laccavia, geometra   dell’Ufficio   di   finanza   e soldato   al   fronte, uccide a colpi di rivoltella il Primario chirurgo Raffaello Giani, direttore dell’Ospedale civile, ed   il   suo   vecchio   cameriere   Luigi   Susini. Poi    si   suicida   con   il   cianuro   di potassio. L’omicidio avviene nel Palazzo D’Elia in Corso Giuseppe Mazzini, nei pressi della     Caserma     dei     Reali     Carabinieri.     Alla     direzione     dell’Ospedale     civile dell’Annunziata, subentra, ad   agosto   1918,   il   chirurgo   napoletano   Roberto   Falcone, docente di patologia e clinica chirurgica dell’Università di Napoli. Cosenza, l’Ospedale Civile.

Grave situazione alimentare a Cosenza

La guerra contro austriaci e tedeschi continua, e nonostante che i giornalisti rispettino scrupolosamente   le   direttive   del   Governo   in   merito   alla   censura,   capita   spesso   che alcune pagine dei periodici cosentini escano in bianco. Su quasi tutte le colonne di un numero   di «Il   Martello»,  dedicato   alla   grave   situazione   alimentare   di   Cosenza,   alla corruzione diffusa, all’inerzia degli amministratori. E ancora, all’azione degli speculatori, e a una febbre – che qui chiamano estiva ma è la spagnola – che sta decimando la popolazione, campeggia la scritta censura.   Il direttore del periodico accusa   senza mezzi   termini il prefetto Giulio Moscarella di usare la censura per proteggere amministratori, camorristi, imboscati e speculatori. E il solerte rappresentante del governo non manca di tagliuzzare in continuo gli articoli del giornale. Dall’inizio di settembre il tempo è quasi sempre sereno e caldo, ed anche il 20 fa molto caldo.

Cosenza, Via Sertorio Quattromani
Cosenza,Via Sertorio Quattromani

La Spagnola e la guerra vittoriosa

Il 30 settembre l’influenza spagnola è in forma grave, ed infierisce mortalmente in tutta la provincia di Cosenza. Si attraversano tempi assolutamente calamitosi con la scarsezza di ogni genere, prezzi alti, manca la neve e il ghiaccio, e la carne. In città non si possono sotterrare i morti che si accatastano nel Camposanto per mancanza di chi scava le fosse, ed è così in tutta Italia ed anche al fronte. A Cosenza tutto è caro e scarso, anche per le famiglie dei signori. Dalle Regie Poste e Telegrafi si diffonde la notizia della richiesta di armistizio di austriaci e tedeschi, quando il generale Carmelo Scardino, comandante del Presidio militare di Cosenza, rimane contagiato dalla spagnola. Dopo alcuni giorni, mentre a Cosenza piove in abbondanza, alle 8:25 del 12 ottobre, in una triste   stanza   dell’Albergo   Vetere, assistito   dalla   moglie, ha   fine   la   vita   terrena   del militare. Le esequie private da massone del generale si tengono il giorno dopo, è un altro soldato che non vedrà quella che ormai sembra a tutti l’imminente fine vittoriosa della guerra. Il 4 novembre,  a sera,  Ignazio Pisani è  al Caffè Renzelli e  con gli ufficiali di stanza a Cosenza   beve e inneggia alla vittoria.

Cosenza, il Gran Caffè Renzelli sul Corso Umberto I
Cosenza, il Gran Caffè Renzelli sul Corso Umberto I

Con la fine della guerra inizia a Cosenza lo scontro tra fascisti e antifascisti

Il 14 novembre cambia la temperatura, nevica di nuovo in Sila e sul Pollino. La raccolta olearia è andata a male anche quest’anno, e dal 30 novembre al 2 dicembre spira una​fredda tramontana. Il 12 gennaio 1919 si tiene una riunione per il dopo guerra nella Sala del Consiglio della Deputazione provinciale di Cosenza, con l’intervento di 40 persone. Il 20 e il 21 il vento è impetuoso, e temporali, pioggia e neve fino a Spezzano Albanese. Il 28 pioggia e neve ai monti. E a Cosenza ha inizio il movimento fascista con pochi elementi che si ispirano alla propaganda di «Il Popolo d’Italia». Mentre Cesare Curcio, nonostante la sua giovanissima età, propugna la fede politica antifascista da segretario della sezione socialista di Pedace.

( Foto Stefano Vecchione)

Natale di guerra a Cosenza ultima modifica: 2023-12-23T10:00:00+01:00 da Stefano Vecchione

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