Il cedro di Calabria è il frutto di un albero che cresce in luoghi fertili ed accoglienti. Uno di questi è la splendida Riviera dei cedri, ovvero la costa tirrenica cosentina che va da Tortora a Cetraro. Il cedro è un agrume di forma oblunga, con una buccia rugosa e spessa, che diventa gialla nella fase della maturazione ed è dotata di un profumo dolce e inimitabile. Sicuramente una perla calabrese. Si tratta di un frutto particolare con un significato religioso che lo distingue dagli altri agrumi, così come ci conferma il professore e scrittore Franco Galliano, presidente della rinomata Accademia internazionale del Cedro, dal lontano 1999.
Il cedro legato alla tradizione ebraica
Egli definisce il cedro il “sacro agrume”, in quanto è legato alla tradizione ebraica. Come è noto infatti i cedri Kosher o Kasher (cioè adatti secondo le prescrizioni bibliche della Torah e rispondenti a precise regole già dalla coltivazione), sono un elemento essenziale della Festa di Sukkot, la Festa delle Capanne della tradizione ebraica. Per questo motivo, ogni anno tra agosto e ottobre, i rabbini di tutto il mondo si ritrovano a Santa Maria del Cedro, definita il Paradiso degli Ebrei, per acquistare i frutti che servono poi a celebrare il rito. C’è un forte legame, dunque, tra questo agrume e la cultura ebraica. Esso, è considerato, secondo tale tradizione, il frutto dell’albero più bello, profumato ed eterno, dalle origini divine, che per tutto l’anno non lascia mai il suo ramo, proprio come le altre piante che popolavano il giardino dell’Eden.
I canditi
Il presidente Galliano, da sempre cultore e appassionato di questo agrume, ci parla anche del suo impiego in cucina, nella cosmesi ed anche nell’industria farmaceutica, come antitumorale. Esso, è molto utilizzato sia nei primi piatti, sia nei secondi di carne, ma soprattutto di pesce. Grazie alla sua fragranza agrumata, rende i cibi digeribili. Speciale anche il gelato al cedro. Il professore, ci racconta che il frutto viene raccolto e portato all’ammasso, poi salamoiato e candito. Successivamente arriva nelle pasticcerie e si trasforma nei famosi canditi al cedro.
Il cedro perfetto
Galliano ci spiega anche che, il cedro perfetto, ossia quello che i rabbini utilizzano per la loro festa, è quello senza rughe o imperfezioni visibili.Quello che, possibilmente si avvicini alla forma del cuore. E che la sua colorazione non deve essere intaccata da macchie. Ma questo agrume è anche definito il cibo sacro delle sirene. L’esperto ci spiega questa metafora inventata da lui, essendo stato il primo ad utilizzare il cedro nell’arte culinaria e gastronomica. Egli ha immaginato, essendo sul Golfo di Policastro, la presenza delle sirene. Un mito. Esse riaffioravano dall’acqua, approdando a riva per incontrare i giovani della costa, belli e muscolosi. Dopo essersi uniti in intimità con le sirene, gli stessi giovani per ringraziarle, come gesto d’amore regalavano dei cedri alle incantatrici che consumavano questo cibo sacro. In pratica un regalo d’amore. Insomma, a dire del presidente Galliano, un frutto dalle mille sfaccettature e dai tanti significati.
Proprietà
Il frutto della riviera tirrenica cosentina ha spiccate proprietà disinfettanti, depurative e antitumorali.Ora non ci rimane che aspettare l’appuntamento annuale con il Festival del cedro ad agosto durante il quale si potranno degustare il gelato, la granita o un buon cocktail fresco, tutti preparati naturalmente col ‘cibo sacro delle sirene’. Ringrazio il presidente Franco Galliano per le sue informazioni su questo poliedrico agrume e chiudo il mio articolo con una splendida frase di Gibran “gli affetti del cuore , sono come i rami del cedro; se l’albero perde un ramo forte, soffre ma non muore. Riverserà nel ramo accanto tutta la sua vitalità così esso crescerà e colmerà lo spazio vuoto”.
(Foto Franco Galliano Facebook/ foto Accademia internazionale del cedro Facebook)