La Calabria terra antica di secolari etnie, gloriosa regione della Magna Grecia, culla della civiltà italica, dove abbondano tradizioni, arte, gastronomia e folklore. Un territorio la cui natura si alterna ad antiche forme di civiltà. Un luogo in cui è facile inoltrarsi tra monti ed immense distese di verde. Mentre i laghi e cascate solcano le vette che degradano verso il mare. Ci sono sentieri veri balconi naturali, con viste ineguagliabili che fanno da ghirlanda a vecchi monasteri, castelli e palazzi. Non mancano di certo quelle piccole realtà, come Papasidero. Veri gioielli da visitare, con santuari incastonati nella roccia come la chiesa della Madonna di Costantinopoli, dove le tradizioni religiose si perdono nella notte dei tempi. Sono questi edifici antichi grondanti di storia, che meglio incarnano il passaggio tra passato e futuro.
Papasidero antico borgo dai tempi della preistoria
Oggi, entreremo nel cuore della Calabria, nel piccolo borgo di Papasidero. Situato nel Parco Nazionale del Pollino, località che custodisce l’antica chiesa della Madonna di Costantinopoli. Papasidero, importante borgo che sovrasta la valle del fiume Lao con testimonianza archeologica di assoluto rilievo. Essendo posto su di uno sperone roccioso, regala un panorama suggestivo di particolare bellezza. Questo antico borgo, reca testimonianze abitative sin dai tempi della preistoria, dove nel corso dell’Alto Medioevo fu dimora dei monaci basiliani. Il loro passaggio è testimoniato dal Sentiero del Monaco, un antico percorso mulattiero utilizzato proprio dai monaci stessi.
È proprio in questo suggestivo paese, che i monaci costruirono edifici di culto, uno di questi è il Santuario della Madonna di Costantinopoli. Protetto da una parete rocciosa, sorge sotto le falde meridionali del Monte Ciagola, che a picco scende fino al fiume, accessibile solo attraverso un sentiero ed un ponte ad arco che collega le due sponde.
Il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli
Realizzato nel XVII secolo, ricostruito su di una antica chiesa medievale, dove nel ‘600 durante la peste divenne un lazzaretto. L’edificio primario di modeste dimensioni, fu probabilmente ampliato dopo la peste del 1656, la cui opera terminò all’inizio dell’Ottocento. Il Santuario mariano, racchiuso in un contesto mistico, creato dalla folta vegetazione che lo circonda, è situato fuori dal centro storico del paese. Il verde, la scalinata, il ponte, diventano un tutt’uno con il Santuario in cui il silenzio circostante facilita la contemplazione conciliando la preghiera.
Il ponte della Rognosa così denominato, perché associato alla pestilenza che afflisse all’epoca l’abitato, si plasma con tutto il resto, offrendo un suggestivo ingresso alla chiesa. L’edificio originale del santuario è fedelmente riprodotto, ai piedi del dipinto della Madonna di Costantinopoli, custodito nella cappella di Santa Sofia. Oggi la costruzione mostra al suo interno una pianta a croce latina (T) con tre navate e tre campate, scandite da archi a tutto sesto poggianti su pilastri quadrati. Sui due lati più lunghi dell’edificio sacro, sono presenti finestroni trilobati. Mentre all’esterno un tozzo campanile a pianta quadrata, svetta con una cuspide a piramide.
( Foto Roberto Mendicino)