Il Parco della lavanda o loricanda, nel cuore del Pollino è un posto che richiama per profumi e colori la Provenza. A pochi chilometri dall’uscita autostradale di Campotenese, in prossimità di Morano Calabro. E’ un posto magico, dove la vista e l’olfatto, si immergono in un vero paradiso profumato e rilassante. Un luogo suggestivo ed inebriante nel cuore del Pollino.
E’ uno degli spettacoli naturali imperdibili, dove lunghe distese di lilla, sprigionano sotto il sole cocente meravigliosi profumi provenzali, e al calar del sole, emergono contrasti pittorici, degni di un quadro impressionista. Il Parco della lavanda è stato concepito, come un giardino botanico didattico, in cui è possibile imparare e distinguere le varie tipologie di lavanda, tenendo conto dello sviluppo e del colore. E’ una distesa di 3 ettari con all’interno circa 40 specie di lavanda autoctona, che fiorisce da giugno alla metà di agosto. Unico luogo del genere presente in Italia meridionale.
I prodotti estratti dalla pianta autoctona
Il Parco della lavanda, oltre ad ospitare la fattoria di colore viola come ogni cosa che la circonda, al suo interno ha lo spaccio, ovviamente tutto a conduzione familiare. Lo spaccio offre al visitatore i prodotti naturali, estratti dalla pianta autoctona: dal sapone alla crema idratante, agli oli essenziali distillati in azienda.
Intervista a Selene Rocco, titolare del Parco della lavanda
In che modo ha avviato tutto questo, creando un pezzo di Provenza in Calabria?
La nostra azienda nasce da una forte passione iniziale e da una grande fortuna, quella di avere scoperto la pianta autoctona in montagna e poi impiantata in azienda, dando il nome di Loricanda. L’azienda poi negli anni si è evoluta, creando un giardino botanico con circa 50 varietà fino ad arrivare ai nostri cambi che contano otto varietà diversificate e selezionate in dieci anni, per scopi ben precisi.
La lavanda è una pianta facile da coltivare?
È una pianta abbastanza semplice, che non ha bisogno di cure. I tipi principali sono due. Ci sono i cosiddetti “lavandini” o “intermedi” che crescono bene fino a 1100 metri come qui da noi. Invece le varietà più pregiate con le quali si creano oli essenziali, curativi, le angusti-folie, non crescono al di sotto dei 600/ 700 metri. Quest’ultime sono le qualità migliori. Per cui pur essendo una pianta semplice, al di sotto di una certa altitudine, non ha possibilità riproduttiva. A livello agricolo invece ci sono grosse difficoltà, perché essendo una coltura molto diffusa in Italia, non esistono mezzi adeguati per la lavorazione, per cui si effettua tutto manualmente.
Quale è il modo migliore per effettuare una talea di lavanda e quand’è il momento giusto per potarla?
Per le talee, il momento migliore rimane settembre, cercando i nodi giusti, tra le piante madri più anziane. Il trapianto si effettua, in un po’ di terriccio, cercando di non esporre la pianta a luce diretta per una quindicina di giorni, tenendola ovviamente sempre umida. La potatura della lavanda deve essere effettuata bassa. Al momento della sfioritura, si toglie lo stelo, calcolando 3/ 4 centimetri dalla parte legnosa.
Le risulta che si rovini a causa delle eccessive cure in quanto pianta arbustiva? E’ vero che non ama dimorare accanto ad altre piante?
Non ha bisogno di cure eccessive. Fondamentale è la potatura e teme due cose, il ristagno dell’acqua e l’ombra. È una pianta che vive bene a pieno sole.
La lavanda e le sue tante qualità
So che la lavanda è commestibile, come impiegarla in cucina, un po’ come le erbe provenzali?
Può essere impiegata in diversi modi, come tisana rilassante per ansia, insonnia, attacchi di panico. In cucina è molto gustosa nel carpaccio di pesce. Mentre in pasticceria si tende ad aromatizzare il latte per le creme.
A che temperature riesce a resistere?
Non ha problemi di temperatura. Basti considerare che noi qui in montagna a 1100 metri arriviamo anche a temperature molto rigide, fino a 18 gradi sottozero. Al contrario le posso dire che le angusti-folie temono il caldo, mentre i lavandini si adattano bene sia al mare che in montagna.
Quando togliere gli steli?
Vanno tolti appena il fiore sfiorisce.
Agli inizi della coltura, immaginava arrivasse tanto successo?
Assolutamente no. All’inizio della coltura, come asserivo prima, tutto è partito per passione e mai avremmo potuto immaginare diventasse un lavoro.
Guardando il domani cosa si aspetta?
In futuro principalmente, vorrei ingrandire la coltivazione, e poi specializzarci sempre più nella trasformazione dei nostri prodotti, vista le loro tante peculiarità.
(Foto Facebook Parco della lavanda)