Il Musaba e il mondo dell’arte internazionale piangono il grande artista calabrese, Nik Spatari, amico fraterno di Picasso. La sua grande arte rimarrà immortale, per nutrire ancora generazioni future. Pittore, scultore, architetto, allievo di Le Corbusier, Spatari si può definire un artista rinascimentale d’avanguardia. Pur avendo lavorato tra Milano e Parigi, il richiamo alle radici è così forte da riportarlo a Mammola (Reggio Calabria), suo paese natale, immerso nel verde dell’Aspromonte.
Nicodemo Spatari in arte “Nik”, è stato e rimarrà uno degli artisti più originali dell’arte contemporanea. Fin da piccolissimo mostra interessi per la pittura, adottando diverse tecniche sui più disparati supporti. Durante i bombardamenti della Second guerra mondiale perde l’uso dell’udito e della parola. Ma la disabilità non lo ferma e continua i suoi studi da autodidatta. Ancora giovanissimo vince il premio internazionale “Asse Roma-Tokyo-Berlino”.
La Calabria al centro dei suoi studi e della sua arte
Spatari se ne va per sempre a 91 anni. Quasi un secolo di straordinaria attività di respiro internazionale, iniziando e coniugando sempre sperimentazione ed esperienza. La sua cifra artistica si incentra sugli elementi iconografici del mondo mediterraneo, sottoposti a variazioni e innesti della dottrina contemporanea. È la cultura della sua Calabria, terra di conquiste e di invasioni, di incontri con popoli e civiltà diverse, la base su cui incentra la sua ricerca. Gli studi e l’attrazione per l’architettura, lo portano a polarizzare i suoi interessi verso un grandioso ed ambizioso progetto.
Uomo di straordinaria sensibilità e cultura, estremamente generoso, appassionato di arte. Della bellezza fa una ragione di vita, nutrendo lo spirito della sua stessa esistenza. Alla fine degli anni Sessanta inizia i lavori del Museo laboratorio d’arte contemporanea. Hiske Maas, artista manager olandese, sua musa e compagna di vita, lo aiuta e lo sostiene in questo progetto.
Il Musaba
Il Parco Museo Santa Barbara prende forma sui resti di un monastero basiliano sul fiume Torbido. Una grande opera immersa in un luogo che sembra abbandonato da Dio, in un ambiente dominato da ostilità alle innovazioni, più volte minacciato dalla mafia. La coppia non si scoraggia e inizia a dar vita, pietra dopo pietra, al parco museo all’aperto che si sviluppa attorno ai resti dell’antico complesso monastico di Santa Barbara. Un complesso monumentale risalente al X secolo, esteso su 7 ettari, in un’area che riporta tracce di insediamenti più antichi.
Da qui, si attuano gli interventi per il recupero innovativo dell’ex monastero. La massima che accompagna il lavoro di Nik è “preservare la storia, le testimonianze del passato, collegandola al presente, perché il contemporaneo è ciò che più interessa”. Tutto si realizza con il recupero e gli interventi architettonici anche dell’ex stazione della Calabro-Lucana. Così come la costruzione della foresteria e la nuova ala annessa al museo, la “Rosa dei Venti”. Un vero e proprio parco scientifico, di forte interattività, e di ricerca sull’eredità artistico-culturale del mondo Mediterraneo. Un luogo suggestivo, unico ed emblematico in continuo divenire.
L’opera il Concetto universale
Spatari è autore anche di numerose opere all’interno di luoghi di culto calabresi. Tra tutte le opere spiccano le vetrate, gli affreschi e il mosaico sull’altare della chiesa del monastero di San Domenico a Reggio Calabria. L’imponente Musaba, domina l’intera vallata di Mammola, ed è visibile anche percorrendo la strada statale 682 ionica. Una delle sue opere più imponenti è il “Concetto universale”, divenuta l’emblema del parco museo. Entrando in questo luogo di fiaba, sembra di rivedere le opere di Gaudí. Torna alla mente il Parco Guell di Barcellona per la presenza di opere create a mosaico con tessere colorate.
Il “Sogno di Giacobbe”
Il capolavoro del Musaba: il Sogno di Giacobbe. Ammirando tutto il complesso artistico, il Sogno di Giacobbe rimane certamente l’opera più significativa e principale del sito museale. È conosciuta come “La Cappella Sistina della Calabria” e riveste l’abside e la volta della chiesa di Santa Barbara. Lo spettacolo a cui si assiste entrando è incredibilmente emozionante, perché ci si ritrova difronte un murale tridimensionale. Lo sfondo è dipinto, mentre le figure sono sagome, sospese realizzate in legno e poi dipinte. I vetri policromi lambiti dai raggi del sole, creano un’atmosfera molto suggestiva, esaltandone l’intero capolavoro. L’intera fantascientifica opera è dedicata alla vita di Giacobbe, rivelandone un parallelismo attraverso la somiglianza con Nik.
Musaba art residence foresteria
La struttura museale con l’annessa foresteria ha funzioni ricettive, composto da undici stanze o celle d’arte. Sulle pareti sono presenti colorati mosaici che percorrono la storia dell’uomo, dalla civiltà sumera dal 2300 a.C. al Nuovo Testamento. Tutto è stato volutamente concepito come un ambiente che ricordasse le botteghe del Rinascimento. Ed è proprio qui che studenti di tutto il mondo, possono soggiornare imparando la tecnica del mosaico.
Al centro della struttura all’esterno, si erge la scultura in ferro alta 15 metri “L’ombra della sera” realizzata sempre da Spatari. La scultura ritrae un uomo dal volto africano seguendo l’iconografia della civiltà etrusca di Volterra. L’opera è dedicata all’artista Alberto Giacometti, le cui sculture sono artisticamente vicine quelle del grande genio di Mammola.
La “Rosa dei Venti”
Visitando il parco non si può rimanere impassivi nel vedere altra importante struttura del Musaba la “Rosa dei Venti” interamente costruita con materiale di risulta. Al piano terra ospita alcune delle opere dell’artista.
Mentre al piano superiore vi è la sua casa dimora, visibile mediante un vetro posto sul soffitto. Ciò che colpisce entrando è la scritta sul pavimento “Con rispetto varchiamo la soglia del tempio arte”. Oggi, con lo stesso rispetto e la più totale ammirazione, porgiamo malinconici l’ultimo saluto all’artista calabrese di fama internazionale.
(Foto Giusy De Iacovo / Pagina Facebook Musaba)