È ormai noto che, nella seconda domenica di maggio, in diversi paesi del mondo si celebra la festa della mamma. L’origine commemorativa si perde nella notte dei tempi. In Italia prese corpo, dalla seconda metà degli anni Cinquanta. Inizialmente fu onorata l’8 maggio, concomitante con la festa della Madonna del Rosario di Pompei. Successivamente, fu spostata nella data che tutti conosciamo.
Dalla letteratura al cinema
La mamma, parola semplice da pronunciare, ma intensa di significato. Meravigliosa creatura intrisa d’amore, quello autentico, incondizionato, che risponde ai primari bisogni dei figli e li sfama, ancor prima che nascano. La sua figura in ambito familiare, è imprescindibile, insostituibile. Di questo suo amore, fiumi di parole impressero candide pagine di letteratura. Dal mondo classico con Teti ed Achille, a quello contemporaneo con Alda Merini ne “Le tue braccia”. Anche le arti figurative e cinematografiche dedicarono ampio spazio a questa icona d’amore.
“A te”
È difficile per un figlio trovar parole che ti somiglino
ma, questa dannata nostalgia cede il posto all’anima mia
e con essa vado a recitar di te, che più non vedo.
A te, che fosti l’unica certezza della mia vita.
A te, che piantasti e nutristi dentro me
i primi semi di quel bene, che ancor oggi mi ritrovo.
A te, che dominasti nel regno della generosità
e fosti lo specchio di uno spazio senza fine.
Ora, in balia dello sconforto
ritrovo il tuo sorriso nei ritratti
e quella serenità che mi infondesti
come un primo raggio di sole.
Tante volte quel sorriso mi ha salvata da pianti, dolori
ora, non importa se verso qualche lacrima per te.
A te e per te, è la mia anima che ti parla,
nel mio cuore ci sarà sempre un posto in cui mi ritroverò
ogni qualvolta avrò nostalgia di TE!
Le mamme coraggio, adottive ed in carriera
Nell’arco della storia la festa della mamma, non sempre ha vissuto note delicate di epoche facili, ma trame intessute di momenti difficili da gestire, su percorsi di vita tortuosi. Abbiamo conosciuto, mamme forti dalle spalle larghe, ma scalze, affamate e agguerrite, disperate per i propri figli. Un plauso alle mamme, coinvolte in infinite guerre di mafie, in cui persero mariti e figli. Alle mamme coraggio che sopportano maltrattamenti, che si incatenano per la liberazione dei propri figli presi in ostaggio. Inoltre madri che vissero il proprio tempo da sole, perché mogli di mariti emigranti. Dolcissimo è l’esempio delle madri adottive, che di un desiderio hanno fatto un diritto. Ed ancora, mamme in carriera, sempre pronte a scalare la vetta del successo. Tutte hanno lo stesso comune denominatore, l’amore per i propri figli.
Nel corso degli anni, per diversità di bagaglio personale, familiare e culturale, le mamme hanno decisamente spostato quelle che erano le antiche priorità, pur restando affettuose ed attente. Oggi, in questo scorrere lento del tempo, ci siamo accorti che tutto è stato stravolto, da uno stile di vita moderno, accelerato, uniformante e iper-tecnologico. Per la festa della mamma, sarebbe opportuno, fare un piccolo passo indietro, per assaporare la gioia delle piccole cose, quelle che rendono saldo ed amorevole il rapporto tra madre e figlio. Proprio come un tempo, in cui si dava ascolto alle madri ‘fonti’ di infinita saggezza, gustando prelibatezze di antiche ricette, quasi un regalo ad esaltarne il loro operato.
Auguri mamma
Un affettuoso augurio a tutte le mamme del mondo, soprattutto le più anziane, quelle fragili fuori e morbide nell’abbraccio, che hanno ancora tantissimo da elargire. Auguri mamma! A te, che hai fatto da padre, perché rimasta vedova a trentaquattro anni, tirando su una famiglia composta da quattro persone. A te, che hai il viso tirato e la faccia stanca, perché lavori tanto per dare a tuo figlio, quello che tu non hai avuto.
Auguri a te mamma, ci rivedremo presto perché il nostro amore è più forte del Covid-19. A te, che sei diventata mamma, durante questa assurda pandemia mondiale. Auguri a tutte quelle mamme, che di giorno sorridono e di notte piangono perché hanno paura di non farcela. Auguri, a tutte quelle che non sono più con noi ma solo fisicamente perché le persone muoiono, solo se sono dimenticate.
