Cosenza sotterranea alla corte di Augusto – itCosenza

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ARTE STORIA

Cosenza sotterranea alla corte di Augusto

Cosenza Centro Storico

Cosenza sotterranea alla corte di Augusto. Una città moderna a tratti avveniristica. Questo si coglie percorrendo il monumentale Ponte di Calatrava,  intitolato a “San Francesco di Paola” . Al contempo, proprio da questa prospettiva,  si ha una chiara visione del centro storico dominato dal suo guardiano silente (il  maestoso Castello Normanno Svevo).

cosenza sotterranea e il ponte di calatrava
Una veduta di Cosenza

Esso è delimitato dai fiumi Crati e Busento, che sembrano quasi  indicare una linea di demarcazione  tra la storia antica e quella moderna. Nulla si coglie  di quello che è la città sommersa, di una Cosenza sotterranea,  di ciò che c’è di più profondo rispetto all’agglomerato urbano piramidale, tipicamente medievale. Ma esiste una Cosenza inside? E soprattutto esiste una Consentia di epoca romana?

Cosenza sotterranea, partiamo dalle origini

Il  più antico episodio a cui  viene legata la città,  è  quello relativo alla nascita della Confederazione dei Brettii  che  nel  IV sec a.C.  distaccatisi dai lucani,  si diressero a sud travolgendo  Turio.  Finendo con il dare vita ad una  nuova organizzazione politico-militare. Proprio sul luogo dell’attuale zona alta della città, fondarono la Rocca Brettia, ossia la  capitale con sede del consiglio federale. La resa definitiva della città, si colloca  tra il 204 e il 203 a.C., quando la fine della seconda guerra punica, costituì un vero e proprio spartiacque nella storia dell’Italia antica. Un evento determinante per la formazione dell’Italia romana e dunque anche per le sorti del Brutio.

Cosenza sotterranea-Il Bruzio

Dopo la sconfitta di Annibale , il territorio rimase sotto il controllo dei Romani, che in parte distrussero i centri fortificati brettii, e posero nuove colonie a controllo del territorio. L’era delle colonie greche era ormai terminata. La regione era una delle 11 regioni dell’Italia augustea e comprendeva anche parte della Basilicata. Era la  Regio III, Lucania et Bruttii,  amministrata da un governatore, corrèctor, con sede a Reggio (Calabria). Il Bruzio era collegato col resto della penisola, dalla via consolare ab Regio ad Capuam (da Reggio a Capua), nota anche come via Popillia o Annia. Dal nome del costruttore, il cui percorso è ricalcato parzialmente dalla A2 Autostrada del Mediterraneo. Una Cosenza sotterranea affascinante.

Cosenza sotterranea: Cosentia

In età augustea, indicativamente, Cosenza divenne colonia romana col nome di Consentia (o Cosentia) e fu oggetto di una nuova sistemazione urbanistica, con l’allargamento del perimetro cittadino più a valle. Il fervore edilizio, che sembra concentrarsi in città, fra la fine del I a.C. e gli inizi del I d.C., potrebbe essere uno dei modi usati da Augusto, per romanizzare in maniera definitiva, anche questa porzione della penisola. Al suo interno,probabilmente, era attraversata da due strade perpendicolari. Il cardo con andamento est-ovest e il decumano con andamento nord-sud. All’incrocio di queste due strade, doveva trovarsi il Foro, dov’erano i principali edifici di culto e della vita pubblica, ad oggi non ancora individuato.

I rinvenimenti sul Colle Pancrazio

I rinvenimenti effettuati in passato nel centro storico, nello specifico su colle Pancrazio o ai suoi margini, e soprattutto gli scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica, nell’ultimo trentennio  del 1900, dimostrano senza dubbio, come le costruzioni di età romana,  si siano sovrapposte a quelle brettie. Senza apparente soluzione di continuità. In tutti i siti indagati, infatti, i livelli e le strutture in ciottoli e mattoni crudi del tardo IV e III secolo a.C., risultano diffusamente coperte dalle murature e infrastrutture di epoca tardo-repubblicana e poi imperiale. Gli edifici e le costruzioni di età romana, dovevano con ogni probabilità disporsi su ripiani/terrazzamenti contigui. Dalle scoperte archeologiche ,risultano essenzialmente riconducibili a due tipologie. Abitativa e termale. Anche se in questo secondo caso, non è chiaro se si tratti di impianti pubblici (come forse quello di Palazzo Sersale), oppure privati (quello di Via San Tommaso).

Piazza A. Toscano

La realtà archeologica più articolata e complessa tra quelle messe in luce nel centro storico, con i suoi 2.000 mq di superficie, è  Piazza A. Toscano che ci racconta tremila anni di storia. Anche qui, le strutture rimasero in uso dopo la conquista romana, per circa due secoli, per conoscere poi una nuova fase edilizia in età tardo-repubblicana e augustea. Nessuna traccia sicura, vi è invece degli spazi e monumenti pubblici, civili o sacri della città. Nonostante le vecchie segnalazioni di un basamento di tempio, presso Palazzo Grisolia, alla Giostra Vecchia e di altri grandi edifici, nel quartiere di Santa Lucia. Oppure, ancora vicino al convento della Riforma e ai Rivocati.

Terme Romane, passaggi segreti  e domus in città

Le testimonianze archeologiche della metropolis bretti  e della città romana di Cosenza, fino a poco tempo fa, erano confinate soltanto nelle cronache degli eruditi locali, della metà dell’Ottocento. Altre notizie più attendibili, ma in gran parte non più confutabili, si avevano dai risultati delle ricerche condotte tra il 1925 e il 1936 da Edoardo Gallo. All’epoca Soprintendente  per la Calabria. A partire dal 1984, una serie di interventi di scavo, condotti scientificamente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, ha consentito di acquisire i primi dati concreti sulle emergenze archeologiche della città antica. Diverse sono le evidenze archeologiche, legate al perimetro della città romana. Si tratta di  resti  della cinta muraria, realizzata in opus reticulatum, dal perimetro solo ipotizzabile. Tuttora,  visibili in alcuni punti della città, presso il Convento di S. Francesco d’Assisi, su Via Messer Andrea, su Lungo Crati Miceli e su Vico Martirano.

Vico Postierla

Più nascosto è poco conosciuto invece risulta uno dei vicoli più suggestivi del centro storico, che da via Campagna immette sull’attuale Lungo Crati Miceli. Proprio in prossimità di piazza delle Vittime Civili di Guerra. Si tratta di vico Postierla, in dialetto “a pustìerula”(piccola porta). Era un accesso secondario, da utilizzare quando le porte della città erano chiuse. Il passaggio era  piccolo e stretto, percorribile una persona per volta e sicuramente a piedi. La porta si apriva tra le mura della città, verso il fiume.  Era controllata dai soldati e provvista di un sistema di chiusura che all’occorrenza ne impediva il passaggio.

Vico Postierla nella cosenza sotterranea
Vico Postierla

Come la piccola porta d’epoca romana, anche altre aree della città, risultano poco conosciute, come  due edifici termali e l’importante area archeologica collocata nell’ex Seminario Arcivescovile. Oggi sede della Biblioteca Nazionale di Cosenza. Le evidenze archeologiche,  testimoniano  una frequentazione del sito dall’epoca ellenistica fino a quella tardo-antica e alto-medievale. In Piazza A. Toscano  è stata inoltre rintracciata una  casa signorile. Si trattava probabilmente di una  domus, abitata almeno fino al II-III sec. d.C., esposta a una lenta decadenza fino al IV sec. d.C.

Gli edifici termali

Ma ritornando ai fasti degli edifici termali,  anche la città dei Bruzi era dotata di complesse strutture di dimensioni medio/grandi . Sappiamo che nell’antica Roma, le prime terme, nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde. Col tempo, soprattutto in età imperiale, si diffusero anche dentro le città, grazie allo sviluppo di tecniche di riscaldamento delle acque sempre più evolute. Al riscaldamento dell’acqua, provvedevano i focolari sotterranei, che diffondevano aria calda dagli ipocausti, gli spazi sottostanti alle pavimentazioni sospese (suspensùra), dei vani da riscaldare. Il funzionamento delle terme, richiedeva una numerosa schiera di schiavi, che venivano addetti nei locali sotterranei, al rifornimento della legna da ardere e alla regolazione del fuoco per scaldare l’acqua. Anche le terme urbane di Cosenza avevano  ambienti e spazi tipicamente legati alle pratiche esercitate nelle terme. Ad esempio, il Calidarium, il frigidarium, il tepidarium ecc. La loro presenza in città, è coerente con  il programma di  romanizzazione nelle regioni della Magna Grecia.  Processo complesso, al quale sembrano partecipare le élites locali,  per confermare una maggiore e più convinta fedeltà all’impero.

Terme Romane di Palazzo Sersale

Tra i palazzi nobiliari della città a carattere fortemente identitario,  rientra il rinascimentale Palazzo Pompeo Sersale, detto anche Spiriti o Telesio.  Collocato lungo corso Telesio  e su Piazza XV Marzo edificato nel 1592. L’edificio fu acquisito dall’istituto bancario Carical, oggi Banca Carime. Durante i lavori effettuati nel 1984 e nel 1997,  per la costruzione di un caveau, è stato scoperto l’edificio termale. Nello specifico, nei locali sotterranei, resti di un edificio termale, con una superficie di circa 350 mq. Attraverso i saggi di scavo, si è scoperto che le strutture bruzie preesistenti sembrano essere tagliate, nel corso del I sec. a.C., da un canale risultato pertinente, ad alcuni ambienti termali.  Probabilmente restaurati e rinnovati in età augustea. Cosenza sotterranea e i suoi tanti misteri.

Il Calidarium

Sono stati riportati alla luce il Calidarium con i relativi tubuli. Oltre a questo, anche due grandi lembi di pavimento a mosaico bianco e nero, databili fra la seconda metà del I sec. a.C. e gli inizi  II sec. d.C. Le tessere, di colore bianco, sono disposte, con un’orditura obliqua a partire dalle pareti verso il centro del vano, in una larga fascia, seguita da una stretta cornice. Essa, è formata da tre file accostate di tesserine, anch’esse bianche, che dovevano perimetrare una specchiatura centrale in opus sectile, realizzata con lastre marmoree nere e bianche. La visione parziale degli ambienti termali antichi e le numerose lacune, lasciano aperte le ipotesi sulla destinazione funzionale dei singoli vani. Tuttavia, per alcuni di essi, l’identificazione è supportata anche da elementi strutturali. Come nel caso di un ambiente absidato, identificabile come il Calidarium, giacché sulle pareti erano ancora parzialmente in opera, i tubuli quadrangolari. Una Cosenza sotterranea da scoprire.

Il tepidarium

Più incerta, rimane l’individuazione del tepidarium, forse riconoscibile  nel vano adiacente la parete orientale del calidarium. Essa, in parte conserva una pavimentazione in mattoni relativa al piano di posa inferiore, su cui erano impiantati i pilastrini dell’ipocausto. Tutto l’ambiente, presenta forti tracce di combustione e annerimento. Esse, sono dovute, alla circolazione dei fumi provenienti dalla fornace e dal praefurnium, che però non sono stati individuati. Questo perché, esterni all’area perimetrata dai muri del  palazzo stesso. La presenza di produzioni tipicamente romane, in terra sigillata italica e d’importazione provinciale, attestano il ruolo che Consentia, continuerà ad avere nei secoli successivi e fino alla fine dell’età imperiale.

Le due monete

Di particolare significato, due ritrovamenti monetali. Un conio in bronzo di Agrippa e un denario in argento di Traiano. Essi, circoscrivono un preciso intervallo cronologico di particolare fervore edilizio, in questa cittadina della Re-gio III Lucania et Bruttii. Quasi certamente, se si effettuassero ulteriori scavi, si rintraccerebbero resti delle stesso edificio termale, per una superficie totale di 700 mq. Sia sotto il selciato del tratto terminale  di Corso Telesio, che nel giardino dell’adiacente Palazzo Passalacqua.

Terme romane di Via San Tommaso

Un altro edificio termale,  fu ritrovato su via S. Tommaso. Il palazzo del ’400, delimitato da alcuni muri in opus reticulatum,  riutilizzati come fondamenta dell’edificio stesso, è stato oggetto di un progetto di recupero, effettuato fra il 2003 ed il 2004. I lavori hanno  riportato  alla luce, una serie di strutture antiche di epoca romana. Frequentato almeno dal I secolo a.C. fino al IV d.C.,  rinascimentale. Alcuni resti , sono databili al III sec. a.C., con i relativi crolli di epoca ellenistica, riconducibili alla città bruzia .

2 Opus Reticulatum Piazzetta Toscano
Opus reticulatum

Opus reticulatum

Molti dei muri in vista, sono in opus reticulatum tecnica, che restituisce un effetto a reticolo, e che  fa ricorso a piccole piramidi tronche a base quadrata, in pietra-“tufelli” o cubilia, con la punta inserita nella muratura e disposte in diagonale. Altro rinvenimento interessante è quello relativo ad un grande ambiente centrale con pavimentazione in opus signinum, nonché di complessi impianti di canalizzazione, individuati al di sotto dei pavimenti, in cocciopesto.

Gli impianti di canalizzazione in cocciopesto

L’utilizzo dell’ambiente centrale, non è certo con ogni probabilità, in una prima fase era un vestibolo per l’accesso alle stanze dei bagni E’ stata anche rintracciata una vasca con il fondo  a tenuta stagna, dotata di un foro di scarico attraverso il quale, l’acqua  passava al canale del vano adiacente,coperto da spessi strati pavimentali  con resti di mosaico. La struttura doveva essere dotata anche di una latrina, attestata da una grande lastra in pietra con foro circolare.

Sede del settore Educazione del Comune di Cosenza

A partire dal II d.C., forse anche in questo caso a causa del terremoto, si assiste al declino e poi all’abbandono, con una frequentazione sporadica di epoca tardo antica, fino alla costruzione del palazzo signorile nel XV sec. in stile catalano-durazzesco. Esso ora è sede del settore Educazione del Comune di Cosenza. La ricchezza degli ambienti è documentata dai reperti recuperati come lembi d’intonaci dipinti, numerosi frammenti di ampolle di vetro e di ceramica fine.

4 Cs Seicentesca Nella Cronaca Del Frugali Coll. Merd. Ed. Roma 1934 Autore E. Galli
Cosenza seicentesca nella cronaca del Frugali (Collezione Meridionale Editrice – 1934)

Ma a sottolineare l’importanza dell’edificio termale, ha contribuito il rinvenimento della mano sinistra di una statua in marmo di Luni, di grandezza superiore al naturale e con un castone di anello all’anulare. Probabilmente il reperto, attualmente esposto presso il Museo dei Brettii e degli Enotri , apparteneva  ad una figura togata, raffigurante un personaggio dell’ordine equestre. L’opera sarà stata sicuramente commissionata, da un personaggio socialmente ed economicamente rilevante della città. Tuttavia la presenza della monumentale scultura,  non chiarisce  se l’edificio termale fosse aperto al pubblico o riservato a un’utenza selezionata.

Cosenza sotterranea, un tesoro da scoprire

Certamente un percorso da sviluppare attraverso le aree  archeologiche della capitale dei Brettii desterebbe la curiosità non solo dei turisti,  ma anche dei residenti stessi che, partendo dalla conoscenza di luoghi più famosi, potrebbero magari lasciarsi stupire da una inedita Cosenza sotterranea. Ovviamente per completare l’excursus  storico sviluppato sin qui, diventa indispensabile visitare il ricco Museo Archeologico presente in città. Ma, di questo, parleremo nella nostra prossima puntata.

(Foto ItCosenza/ Paola Morano/ Rinaldo Panucci/Osvaldo Spizzirri)

Cosenza sotterranea alla corte di Augusto ultima modifica: 2020-05-20T07:50:45+02:00 da Paola Morano

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