Nell’alto Ionio calabrese, esiste un piccolo mondo antico tra calanchi, mare, aria e luce, è Amendolara. Il nome dell’antico borgo, pare derivi dal greco Amygdalaria ovvero “mandorlai” per la ricca produzione di mandorle. Un caratteristico paese che sorge a pochi chilometri lontano dal mare, dove la campagna ondulata, aspra e rigogliosa domina il circondario, un luogo fertile e ricco d’arte.
Negli anni la bellezza del luogo si è estesa anche lungo il litorale marino dove una folta vegetazione, a ridosso del mare, abbraccia acque cristalline dai fondali costituiti da sedimenti di varia provenienza. Scoprire questi luoghi che dal mare si ergono fin sulle alture è un piacere per chi li ammira. Sulla base di numerosi studi e reperti archeologici ritrovati nella zona, si pensa che il territorio fosse già abitato durante il neolitico, ovvero intorno al 6000-4000 a.C. La presenza umana invece sembra sia divenuta stabile, in età Protostorica 3500-8000 a.C., quando una comunità enotria si insediò nella zona dell’odierno “Rione Vecchio”.
La chiesa di San Domenico ed annesso convento
La chiesa di San Domenico, ad unica navata, ristrutturata intorno al 1660, risale agli inizi del XVI sec. accanto al convento dei Domenicani. Possenti muri esterni in laterizi e pietre, ne delimitano il meraviglioso interno barocco, ristrutturato intorno al 1660. L’entrata, presenta un pregevole portale a mattoni ed un altro in marmo dal quale si accedeva direttamente al convento. All’interno si conservano in fondo all’unica navata, l’altare maggiore, raffigurante la Madonna del Rosario, incorniciata tra colonne binate dai capitelli corinzi in oro, che sorreggono la cornice, mentre due altari più piccoli sono disposti sui lati. La cupola di stile rinascimentale sovrasta la sagrestia. Intorno al 1880 vennero costruiti due muri ad archi per sostenere la copertura. Di recente sono stati riportati alla luce, perché nascosti sotto uno strato di intonaco, numerosi affreschi. Uno tra i più belli e meglio conservato e quello della Madonna del latte.
L’affresco della Madonna del latte
La Vergine, immersa in un paesaggio idilliaco, assisa su di un trono ligneo a colonne tortili, circondata da personaggi ecclesiastici, ritratta mentre allatta suo Figlio, il Bambino. Nella lunetta superiore, Dio la benedice tra gli angeli che la circondano e sorreggono il velo immacolato. Nella parte inferiore dell’affresco, appare un chiaro riferimento alla morte, rappresentando iconograficamente nell’insieme, la dolcezza della salvezza attraverso il sacrificio.
Il convento dei Domenicani di Amendolara
Edificato nel 1521 insieme alla chiesa di San Domenico, fu la nuova sede dei Domenicani di Amendolara che si spostarono dalla vicina chiesa madre di Santa Margherita. Dopo tre secoli di attività da parte dei Domenicani, il convento passò nel 1820 all’Ordine dei Francescani. Sul finire del XIX, nel 1878 la chiesa, il convento e il terreno circostante, furono venduti ai Grisolia. Successivamente mutevoli cambiamenti, lo trasformarono in un palazzo ad opera di architetti napoletani. Quello che oggi resta dell’originario convento sono il chiostro con la cisterna e la chiesa di San Domenico.
Quando l’arte abbraccia un luogo, esso ne diventa simbolo universale, ma anche all’interno di uno sguardo stesso, perché l’arte è il sapere immediato. Dentro l’arte c’è tutta l’interiorità umana, espressa nei secoli attraverso la bellezza, quale completamento e simulazione di vita quotidiana.
(Foto Giusy De Iacovo)
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