Liquirizia e Clementino diventano personaggi da fiaba - itCosenza

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Liquirizia e Clementino diventano personaggi da fiaba

Liquirizia Copertina

copertina fiaba Liquirizia e Clementino

Liquirizia e Clementino, una storia di amicizia e coraggio a Corigliano Rossano, scritta da Maria Letizia Gagliardi. Una novella per bimbi in cui due prodotti tipici come appunto la liquirizia e il clementino, diventano personaggi da fiaba. Con la sua fantasia , la scrittrice sottolinea l’importanza per il territorio dei due prodotti, largamente consumati in Italia e all’estero.

maria letizia gagliardi autrice del libro
Maria Letizia Gagliardi autrice del libro Liquirizia e Clementino – Foto Facebook

Liquirizia e Clementino

Liquirizia e Clementino creano una sinergia straordinaria, quella dell’autrice e delle aziende produttrici con le istituzioni del territorio. La presentazione della fiaba è stata l’occasione per confrontarsi sulla produzione e commercializzazione, ma anche sulle  proprietà nutrizionali di queste due primizie.

Liquirizia Presentazione del libro
La presentazione del volume Liquirizia e Clementino – Foto Facebook Muclem

Inoltre si è parlato del loro impiego nell’innovazione dell’industria alimentare e della ricchezza che generano per l’economia locale. L’armonia delle aziende del territorio, si è espressa, oltre che con il dibattito, attraverso la degustazione dei prodotti. Tutti magistralmente preparati con dovizia e passione, per un trionfo di bontà, sapori e profumi.

Liquirizia e Clementino, le ricette

La fiaba di Liquirizia e Clementino, ha dato l’input per parlare di ricette tutte made in Calabria. Come la preparazione del riso integrale nero di Sibari, dell’azienda agricola Magisa. Esso si sposa con  un delicato soffritto di cipolla di Tropea e l’olio extravergine di oliva, completato poi con una spolverata di liquirizia dell’azienda Romano.

liquirizia e riso nero di sibari
Riso nero

La pietanza è aromatizzata poi, con il succo delle clementine dell’azienda Medi Mais Calabria S.r.l. Il risultato è piatto raffinato. Così come le polpettine delle varietà del riso di Sibari, preparate con dovizia, che hanno impreziosito un buffet tutto locale. A chiusura poi, i dolci alle clementine. Non è mancato il gelato e l’innovativo succo “Clemì” 100 x 100 succo di clementine, senza aggiunta di zuccheri e coloranti.

Il Clementino e le sue origini

Quando i greci approdarono nella Sibaritide, alla foce del fiume Crati, nella valle ai piedi dell’altopiano silano e della catena del Pollino, rigogliosa, tra ginestre, oleandri, mirto e ulivi, sicuramente restarono affascinati da tante bellezze naturalistiche. Tanto da farvi nascere, la più grande e importante città della Magna Grecia, Sybaris. E con i greci che approdano sulle coste coste calabresi e nella piana di Sibari, arrivano anche i mandarini di origini orientali da Cina e Giappone.

Liquirizia Clementine di calabria
Le clementine

Nei secoli, questa pianta sempre verde e dai dolci frutti, si diffonde sempre più grazie agli arabi. Lo stesso avviene per le arance e i limoni. Negli anni Trenta, dall’innesto tra un mandarino e una arancia amara, nasce un ibrido: il clementino. Dalla buccia sottile, dal colore arancione, senza semi e dagli spicchi gustosi e facilmente separabili. Alla luce di questa storia millenaria una fiaba come Liquirizia e Clementino ci può far capire l’importanza di questi prodotti della nostra bella Calabria.

Le clementine Igp di Calabria

Questa varietà, assume un carattere di eccellenza. Per le caratteristiche del microclima e del carattere del terreno, nella zona della Sibaritide, trova una sua caratteristica quasi unica. Tanto da guadagnarsi il marchio Igp clementine di Calabria. La loro commercializzazione ovviamente è molto diffusa e apprezzata, anche all’estero.

Gelato alle clementine
Dolce al bicchiere preparato con le clementine

 Trovando applicazione nella cucina e nella pasticceria, nel gelato, nelle marmellate. Ma anche nei canditi, nei liquori dolci al mandarino. Inoltre da poco è nata una bibita dissetante, tutta a base di succo di mandarino. Naturale e senza aggiunta di zuccheri e coloranti, dal nome Clemì. Una bevanda energizzante per gli sportivi e non solo.

Le proprietà delle Clementine

 Le clementine contengono molta acqua, ma sono anche fonte di  vitamina C, di sali minerali , potassio, proteine e  fibre. Sono presenti diversi zuccheri come il saccarosio, il fruttosio  il destrosio e anche amminoacidi. Tra cui acido aspartico, glutammico, alanina, arginina, cistina, glicina, serina.

 Albero di mandarino
Un albero di clementine

E tante altre sostanze benefiche utili al sistema immunitario. La loro produzione avviene nei mesi invernali, da novembre a gennaio. Si tratta di un frutto ed una pianta che teme il freddo. Ecco perché gli agricoltori spesso, circondano le piante di mandarini con siepi di cipressi o alberi ad alto fusto per contrastare le correnti di aria fredda.

La liquirizia calabrese DOP

La pianta della liquirizia la si può trovare in tutto il territorio calabrese, nonché ai lati delle strade, sugli argini, rigogliosa e visibile. Dalla radice, che presenta un sapore dolceamaro, viene poi estratta la liquirizia, che si solidifica e assume un colore nero. In seguito lavorata in diverse forme, si commercializza in tutto il mondo.

cesto di radici di liquirizia
Le radici di liquirizia

Il suo impiego è molteplice. Dai bastoncini, ai confetti, alle caramelle, al liquore. Senza dimenticare gli sciroppi, i gelati, le torte, i biscotti e gli infusi. E, ancora, la liquirizia è utilizzata anche in alcuni piatti di pesce. Pare che siano stati i monaci benedettini a introdurla in Calabria, intorno all’anno 1000. La radice era utilizzata per motivi terapeutici, per le proprietà antisettiche, digestive, protettive della mucosa gastrica e diuretiche attribuite a questa pianta.

La liquirizia di Calabria

Nel 1700 il Duca di Corigliano diede la licenza per la nascita del  primo “concio” calabrese, per la lavorazione e  la vendita della liquirizia ad uso alimentare. Fu un successo che diede vita ad un’ attività fiorente e remunerativa. Tanto che ulteriori fabbriche “conci”, ben presto furono aperte a Cosenza, Rende, Crotone, Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Nel ‘900, inizia a comparire la denominazione “liquirizia di Calabria”, per differenziarla da altri tipi prodotti in altre nazioni. La pianta della liquirizia, che nasce spontaneamente in Calabria, è inimitabile grazie alle condizioni climatiche e alla caratteristiche del terreno.

Il marchio Dop

 Le particolari caratteristiche del microclima calabrese e in particolare modo del litorale ionico, conferiscono infatti un gusto inimitabile alle radici, che crescono forti e robuste. Nel corso degli anni, la liquirizia calabrese, diviene un prodotto di successo, esportato in tutto il mondo. Dal 2011, grazie all’impegno di tutti i produttori calabresi, la liquirizia calabrese ha ottenuto dall’Unione europea la denominazione di origine protetta, acquisendo la denominazione liquirizia di Calabria Dop.

Preparazione

Le radici della liquirizia lunghe e molto forti, vengono estratte dalle piante di almeno tre o quattro anni di età. Per la produzione delle radici essiccate, dopo l’estrazione, si procede al taglio e alla pulitura della materia prima. La quale, viene successivamente posta in luoghi ventilati, oppure in forni ad alte temperature.

Liquirizia Nera di calabria
La liquirizia pronta per essere degustata

Le radici vengono poi pulite, sfibrate e messe a bollire. Il succo che se ne ricava, viene fatto asciugare ulteriormente, fino a ricavarne una pasta nera e densa di estratto puro, che viene poi lavorata e modellata a seconda delle esigenze di produzione. Nasce così la liquirizia,”l’anima nera della Calabria”

Liquirizia e Clementino diventano personaggi da fiaba ultima modifica: 2020-03-02T07:26:06+01:00 da Sante BLASI

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