Cuddrurieddri e vecchiareddre. Un’altra ricetta gustosa e tipicamente cosentina preparata dalla Signora Mena Forciniti, arricchische il blog di itCosenza. Si tratta di un fritto tipico della cucina tradizionale. Sono dei lievitati che possono essere preparati sia in versione dolce che salata. Il loro nome deriva dal greco “collura”, ovvero ciambella. La pronuncia “cuddruriaddru” è tipica della città di Cosenza.
Cuddrurieddri e vecchiareddre. Ingredienti
Un kg di farina, metà grano duro e metà grano tenero.
500 g. patate della Sila
450 ml di acqua tiepida
25 g lievito di birra fresco
sale
4 litri di olio di semi di arachidi per friggere
Nduja di Spilinga
Acciughe salate di Amantea.
Pre-impasto
Pre-impasto da far lievitare per sei ore.
300 g farina
200 ml acqua tiepida
25 g di lievito di birra.
Procedimento
Sciogliere il lievito nell’acqua. Dopo le sei ore di lievitazione aggiungere l’altra farina (700 g), acqua tiepida (250 ml) e le patate schiacciate (500 g ), dopo essere state naturalmente lavate e lessate. Far lievitare altre sei ore. Quando la lievitazione è completa, formare dei panetti da 145 g per i cuddrudieddri e dei panetti da 70 g per le vecchiareddre, che poi verranno farcite metà di nduja di Spilinga e metà di acciughe al sale di Amantea. Le acciughe vanno lavate, asciugate e private della lisca. Posizionare il tutto su un vassoio e far lievitare per altre tre ore.
La frittura
Successivamente mettere a scaldare l’olio in una padella capiente e profonda. Quando avrà raggiunto la temperatura giusta, prendere un panetto alla volta, fare un buco al centro con le dita formando una ciambella, e tuffarlo nell’olio caldo. Quando le ciambelle saranno dorate, toglietele con un mestolo forato e fatele asciugare su carta assorbente. Stesso procedimento di frittura per le vecchiareddre, che però devono prima essere farcite, con la Nduja di Spilinga o con le acciughe salate di Amantea. Una ricetta che esalta le tradizioni della nostra bella Cosenza e che può essere proposta in ogni stagione dell’anno e anche per le grandi occasioni. Ricordando sempre che “cucinare è un atto di amore perché ci si incarica di prendersi cura dell’altro, di regalargli un momento di gustosa e piacevole felicità”
( Foto Mena Forciniti)