Le maestose montagne della Calabria. L’aspro rilievo delle montagne calabresi, dall’Appennino costiero ai Monti dell’Orsomarso ed ai massicci del Pollino e della Sila, dalla fascia pedemontana e collinare del Marchesato, alle Serre e alla penisola del Poro e quindi all’Aspromonte, si fonde con l’azzurro intenso del cielo e dei mari Jonio e Tirreno. È una natura incontaminata, con un sistema di aree protette costituito dai tre parchi nazionali. Si tratta dei parchi del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte unitamente a numerose riserve botaniche e naturalistiche. Suggestive e ben conservate le foreste, dalla forte gradazione del verde, costituite da secolari boschi di faggio, pini larici e loricati, castagni giganteschi e querce.
Le maestose montagne della Calabria. Il rifugio dei monaci della spiritualità orientale
Selve infinite di alberi secolari e qualche volta millenari d’alto fusto, che custodiscono le memorie delle tradizioni orientali di monaci e anacoreti. Gli stessi che prima del Mille, giunsero nelle Calabrie. Nelle spelonche delle montagne bruzie, gli eremiti ricavavano altarini nelle pareti rocciose, decorate da splendidi e trascendentali affreschi. Essi convivevano con gli orsi, i lupi e gli altri animali selvatici. Avendo un profondo riguardo per la natura selvaggia, che si era scelta come dimora e luogo di preghiera. Su queste montagne i monaci bizantini, vivevano in celle isolate, dissodando terreni incolti, usando e facendo conoscere il valore curativo delle piante. Essi finivano con il dare grande impulso alla cultura, con la trasmissione e la trascrizione della vita, dei santi e dei testi sacri.
Le assolate montagne e le distese arboree
È un territorio spesso orograficamente tormentato, geologicamente complesso. Soggetto a condizioni climatiche, caratterizzate da estrema variabilità, ricoperto per buona parte da superfici boschive che rappresentano oggi, come nel passato, un’importante risorsa ambientale ed economica. Fantastici gli scenari di distese arboree, dalle sfumature di colori diversi, interrotti da piccoli pianori a pascolo e da case sparse, che si disperdono nel territorio. Dai saturi colori del paesaggio arricchito in primavera e in estate dalle fioriture, si passa, in autunno, al rosso dell’acero opalo. Poi al bianco dell’intenso innevamento invernale. Dai caldi ulivi e dai limoni delle assolate coste, ai castagni giganteschi e quindi alle querce, nel dominio di secolari pini e faggi, tra le gole ed i crinali assolati delle montagne. Nelle Calabrie, la natura e la storia dell’uomo costituiscono un’unità inscindibile.
( Foto Stefano Vecchione)